Omicidio Rizzo, la Cassazione ha deciso: Condipodero e Di Salvo sono responsabili con Genovese

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La Cassazione ha decretato la definitiva affermazione, a titolo di responsabilità in concorso con Stefano Genovese, a carico di Condipodero e Di Salvo quali concorrenti nel reato di omicidio di Rizzo Carmelo Martino.

Condanna entrambi gli imputati a rifondere i danni alle parti civili costituite (vedova, figlio, fratelli, madre e padre del defunto) oltre le spese di giudizio.

Nel dettaglio, stabilisce di:

annullare senza rinvio la condanna limitatamente al capo B (porto d’arma da fuoco) per Condipodero perchè estinto per prescrizione e annullare limitatamente alle attenuanti generiche, rinviando per nuovo giudizio sul punto alla Corte di Assise di appello di Salerno per Condipodero – che dovrà quindi rideterminare la pena originariamente inflitta.
Per il resto, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di Condipodero e di Salvatore “Sem” Di Salvo.

Le ultime pronunce

Lo scorso 2 marzo, la Corte d’Assiste d’Appello di Potenza  si era pronunciata nei confronti dei tre imputati di Barcellona Basilio Condipodero, 48 anni, Giovanni Rao, 61 anni e Sam Di Salvo, 57 anni.

Gli stessi erano stati condannati a 30 anni in primo grado perché coinvolti nell’omicidio di Carmelo Martino Rizzo, avvenuto il 4 maggio 1999, nella piazzola di sosta dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, nei pressi di Lauria in provincia di Potenza. In secondo grado, la sentenza era stata parzialmente riformata con l’assoluzione per non aver commesso il fatto per Rao e la conferma delle condanne per Condipodero e Sam Di Salvo. Alla fine del processo di primo grado era stato assolto per non aver commesso il fatto il collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico, 48 anni.

I fatti

L’omicidio dell’autotrasportatore Carmelo Martino Rizzo, che all’epoca del delitto aveva 27 anni, sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo D’Amico, sarebbe stato commissionato per ritorsione da Rao (assolto dall’accusa) e Di Salvo. La vittima era stata accusata dalla famiglia mafiosa barcellonese di aver partecipato al furto di un escavatore ai danni di una ditta, soggetta al pizzo, che per questo era sotto la protezione della criminalità organizzata barcellonese. Condipodero sarebbe stato l’autista che avrebbe accompagnato il 4 maggio 1999 l’esecutore materiale dell’omicidio, Stefano Genovese, 48 anni. Quest’ultimo è stato già condannato a 27 anni per l’omicidio di Rizzo, ucciso con tre colpi di pistola calibro 765, mentre si trovava nella cabina del suo automezzo, nella piazzola di sosta di Lauria, durante una sosta del suo ultimo viaggio che l’avrebbe portato in Piemonte.

I tre imputati erano stati arrestati nel dicembre 2019 nell’operazione della Polizia denominata “Caio”, con la notifica in carcere per Rao e Di Salvo, già in arresto per altri reati e con l’arresto di Condipodero da parte degli agenti della Polizia di Stato di Barcellona Pozzo di Gotto. I familiari della vittima si erano costituti parte civile.

Il collegio difensivo per le parti civili è stato composto dagli avvocati Filippo Barbera, Gaetano Pino, Santo Vincenzo Trovato. Per gli imputati, gli avvocati: Diego Lanza, Dario Vannetielllo, Tino Celi, Giuseppe Lo Presti e Tommaso Calderone.

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