Sono passati cinquantatré anni dal disastro ferroviario nella galleria di Sant’Antonio, nel vecchio tracciato, dall’evento che commosse l’Italia intera e scosse profondamente la città di Barcellona Pozzo di Gotto. I fatti sono ampiamente documentati sul web, su Wikipedia c’è addirittura una voce su “Incidente ferroviario di Barcellona-Castroreale”, ma chi fu in prima linea in quella terribile notte del 15 giugno 1969 ne è rimasto segnato e vive ancora nel ricordo.
Per prima la comunità di Sant’Antonio che subito accorse per aiutare i feriti e tentare di salvare chi poi morì. Fino al 2019 solo una dimenticata e piccola lapide, posta in un luogo ormai chiuso al pubblico, ricordava i fatti. Durante l’amministrazione Materia fu finalmente recuperata la storica lapide, fu restaurata e posizionata in posizione utile per essere vista e fare da testimonianza: in via Saia Ciraolo, a due passi dalla frequentatissima via Statale Sant’Antonio.
Ora, nel 2022, gli abitanti del quartiere di Sant’Antonio assieme all’Accademia musicale “Nino Pino Balotta” e alla Pro Loco “Alessandro Manganaro” hanno voluto ricordare i tragici fatti del passato con un evento patrocinato dal Comune di Barcellona Pozzo di Gotto. In rappresentanza dell’Amministrazione comunale c’era il vice-sindaco Santi Calderone e l’assessore alla cultura Viviana Dottore. La Pro Loco era rappresentata dal presidente onorario Gino Trapani e dal presidente Salvatore Scilipoti. Per l’Accademia musicale c’era il presidente Felice Mancuso, che fu tra i primi soccorritori.
L’evento è stato presentato da Gino Trapani e da Fortunato Sindoni, il noto poeta e cantastorie. Fortunato Sindoni fu, con il fratello Placido, il primo a soccorrere i feriti dopo il disastro. Il vice-sindaco Calderone e l’assessore Dottore hanno ringraziato le associazioni che hanno portato avanti l’iniziativa e hanno ribadito la necessità di non dimenticare.
Felice Mancuso ha ricordato con vivezza di particolari e con appassionato vigore i fatti di cui fu testimone e le emozioni che gli sono rimaste impresse nella mente. Tra gli interventi c’è stato quello di Renato Accorinti, l’ex sindaco di Messina, che ha voluto ricordare l’amico Salvatore Santamaria morto nella galleria a seguito del disastro. Santamaria era un giovane atleta (giavellottista), faceva parte della stessa società sportiva in cui era tesserato Accorinti (la Peloro), e oggi è ricordato con il campo di atletica di via Salandra a Messina che gli è stato intitolato. Renato Accorinti ha ricordato che le ragioni dell’incidente sono state la mancanza del doppio binario in quel tratto e si è rammaricato che ancora oggi in gran parte delle ferrovie siciliane manca il doppio binario. L’ex sindaco messinese ha ribadito che il dolore resta un’offesa se non si fa qualcosa per evitare tragedie simili. Dopo Accorinti ha preso la parola l’ex senatore Domenico Nania che ha riportato un suo personale ricordo di quando era giovane e praticava sport come Accorinti e Santamaria.















Di seguito c’è stato l’intervento dell’artista Nino Abbate, il fondatore del Museo Epicentro, che ha raccontato del suo passato di atleta e ha letto una sua poesia dedicata a Salvatore Santamaria, che vi riportiamo:
IL TRENO CHE LO PORTO’ VIA
Scorreva lentamente sui binari, mentre entrava nella galleria mortale, ma s’è fermato dopo un lungo boato.
Si sentivano grida di dolore, di disperazione era tremendo, non si capiva più niente cos’era successo la dentro.
La gente cercava invano cercava di uscire da quel tunnel maledetto, ma non ci riusciva, soffriva e poi moriva.
Due occhi di un possente atleta scrutavano in quel buio la via della liberazione mentre la sua vita si spegneva lentamente pensava ai sacrifici compiuti negli allenamenti ormai non gli servivano più a niente.
Ci ha pensato molte volte in quelle poche ore rimanenti, sentiva le lamiere conficcarsi nei suoi muscoli possenti, sentiva lacerarsi il cuore, ma non poteva farci niente, soffriva ma sperava, ma i suoi occhi si chiudevano lentamente.
In conclusione ha preso la parola il cantastorie Fortunato Sindoni che, accompagnato dalla sua chitarra, ha intonato due ballate: una dedicata ai tragici fatti del 15 giugno 1969 l’altra al disastro ferroviario avvenuto a Rometta nel 2002 (anche questo ha una voce su Wikipedia: “Incidente ferroviario di Rometta Messinese”), a testimoniare come nulla si sia imparato dalle tragedie del passato.