I giovani e il linguaggio, piccoli esempi (svelati) di gergo giovanile

- Attualità

Chi ha avuto il privilegio di lavorare con i giovani si sarà sicuramente accorto dell’utilizzo da parte loro di particolari espressioni che, a guardar bene, sono solo una porzione di quelle che usano quando sono in gruppo, nonché uno degli aspetti di quello che viene definito “linguaggio giovanile”. Naturalmente non si vuole qui sottolineare la distanza che separa i giovani dagli adulti, parlando dei ragazzi come un gruppo sociale a parte che utilizza una lingua diversa e strana, ma semplicemente far notare la varietà che la lingua può assumere tra i nostri ragazzi, una varietà che molto probabilmente abbiamo usato anche noi adulti, magari con frasi o parole che oggi sono “superate”, ma forse con analoghe caratteristiche e modalità di formazione.

Mi sembra interessante precisare che le parole “alla moda” utilizzate dai ragazzi quando sono in gruppo, e che qualche volta affiorano in modo troppo informale in contesti che non lo sono (caratteristica che oggi non è solo dei giovani, purtroppo), sono solo un elemento del linguaggio giovanile che non è costituito unicamente da vocaboli e da frasi, ma anche dal modo di pronunciarle, come la velocità dell’eloquio ad esempio, e che si può accompagnare a gesti, modi di vestire e mostra di oggetti (cappellini, cappucci indossati di felpe – su questi si potrebbe fare uno studio sociologico a parte – auricolari…).

Gli esperti del campo, quello linguistico, hanno considerato questo linguaggio una sorta di gergo. Ma cos’è il “gergo”? Si può parlare di gergo giovanile? Per la definizione del termine possiamo aiutarci con quanto riporta l’enciclopedia Treccani on-line: “Gergo è un termine usato comunemente per indicare una varietà di lingua (o dialetto) dotata di un lessico specifico che viene utilizzato da particolari gruppi di persone, in determinate situazioni, per non rendere trasparente la comunicazione agli estranei e sottolineare l’appartenenza al gruppo”[1]. Il gergo è quindi una sorta di lingua in codice che si innesta su una lingua o un dialetto preesistente; la sua origine in Italia risale al Medioevo e i suoi ambiti riguardano quello dei mestieri e della criminalità, tra questi, alle volte, non è immediato tracciare un netto confine, pensiamo ad esempio ad un veditore ciarlatano di un film storico… Naturalmente diverso è il significato della parola “gergo” quando è associata al mondo delle professioni attuali, in questo caso si parla di gergo in modo più generico ed esteso, infatti un lessico specifico o tecnico spesso non è facilmente comprensibile a chi non lavora o non ha compiuto studi specifici in un determinato settore.

Ho riflettuto sulle originali neoformazioni linguistiche usate dai miei alunni, per la precisione sulle motivazioni e le circostanze del loro utilizzo, perché un capitolo diverso e più tecnico è rappresentato dalle modalità di formazione di queste espressioni. Ho notato che molte di loro non sono comprensibili a chi non fa parte del  mondo giovanile e anche che, sicuramente, rinsaldano i legami e il senso di appartenenza – forse più o meno coscientemente voluto – al gruppo, tuttavia, per quanto riguarda i giovani, la funzione criptica del linguaggio è più marginale così come quella furbesca (per lo meno, mi auguro, per quanto riguarda l’ambiente scolastico). Ho chiesto ai ragazzi perché usassero questo linguaggio e loro con simpatia mi hanno risposto che, nell’utilizzare certe espressioni, “si abbrevia ed è più comodo, più easy” (per rimanere in tema), qualcun altro ha affermato che per loro “sono parole normali, non ci fanno caso nel pronunciarle, che le usano tra di loro e gli adulti non le capiscono”. Alcuni alunni o classi sono stati più reticenti nel voler svelare il significato di alcune parole o nell’indicarmene altre, ho avuto l’impressione che si volessero rassicurare sulla persona e/o sul suo reale interesse per loro o per il loro mondo; altri ragazzi dopo un breve momento di pausa e di silenzio sono partiti in quarta, con un coro polifonico di parole.

Nei prossimi articoli riporterò alcune espressioni del gergo giovanile, svelandone anche il loro significato, grazie alle interviste-confidenze dei miei alunni, avvenute durante gli ultimi due anni scolastici.

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