Estorsione con il metodo mafioso a Barcellona: il gup di Messina dispone il rinvio a giudizio per gli indagati

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Il gup del tribunale di Messina Monia De Francesco, al termine dell’udienza preliminare a carico di 10 indagati di Barcellona e dintorni con l’accusa a vario titolo di concorso in estorsione ed usura e con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa barcellonese, ha di fatto accolto le motivazioni del pubblico ministero Francesco Massara, che aveva chiesto il rinvio a giudizio.

Tre imputati Pietro Campo, Salvatore Antonino Triolo e Salvatore Imbesi, saranno giudicati dal gup del tribunale di Messina con il rito abbreviato il prossimo 27 giugno 2023, mentre gli imputati, che hanno scelto il rito ordinario, Salvatore Lunetta, Giuseppe Accetta, Carmelo Imbesi, Felice D’Angelo, Tiziana Messina e Domenico Chiofalo, sono stati rinviati a giudizio con prima udienza il 17 luglio 2023 presso il tribunale di Barcellona in composizione collegiale. La posizione del Mariano Perdichizzi è stata stralciata su richiesta dell’avvocato d’ufficio, a cui è stata assegnata la difesa, dopo la rinuncia all’incarico dell’avvocato di fiducia. La difesa degli imputati è affidata agli avvocati Massimo Alosi, Sebastiano Campanella, Diego Lanza, Paolo Pino, Nino Presti, Tindaro Celi, Marcello Greco e Paola Saccà.

Le parti civili (associazioni, privati vittime di usura ed estorsioni, ecc) costituite sono state rappresentate in giudizio dagli avvocati Filippo Barbera, Marco Conti Galletti, Nino Todaro, Vito Calabrese e Annalisa Munafò del foto di Barcellona e Claudia Caradonna del foro di Palermo.

I fatti contestati, tra cui estorsioni ed usura, risalgono al periodo compreso tra 2017 ed il 2021, con l’aggravante di aver favorito l’associazione mafiosa barcellonese, nello specifico il defunto Ottavio Imbesi. Il tribunale del riesame, a cui si sono rivolti gli avvocati difensori, aveva escluso l’ipotesi di usura, confermando quella dell’estorsione.

Il commento di Giuseppe Scandurra (Rete per la legalità)

Le associazioni AOCM di Milazzo, presieduta da Francesco Arcadi, Rete per la legalità Barcellona Pozzo di Gotto, presieduta da Rosario Triolo e Rete per la legalità Sicilia, con il coordinatore regionale Giuseppe Foti si sono costituite parte civile con gli avvocati Marco Conti Gallenti e Nino Todaro.

“Si tratta di un ennesimo importante procedimento – commenta Giuseppe Scandurra, vice presidente nazionale di “Sos Impresa – Rete per la legalità” – che vede in prima linea il movimento antiracket “Sos Impresa – Rete per la Legalità” che accompagna numerose delle vittime che hanno collaborato con gli inquirenti denunciando le condotte subite e costituendosi a loro volta parte civile”, “Con il coordinamento regionale e le nostre associazioni continuiamo ad essere presenti sul territorio, in un’azione sinergica con magistratura e forze dell’ordine che possa sempre di più garantire la massima vicinanza alle vittime di usura ed estorsioni affinché sappiano che non saranno mai da soli nel loro difficile ma prezioso percorso”.