Barcellona Pozzo di Gotto è una città non molto grande e con una storia non troppo antica, con un patrimonio storico artistico esiguo in confronto ad altri luoghi. Essa tuttavia, pur nel suo piccolo, riesce a costituire un tassello del più vasto mosaico di storia, cultura, arte, folklore e tradizioni esistente. C’è infatti al mondo un posto, tanto imperfetto quanto particolare, dove da millenni si incontrano uomini provenienti da ogni luogo. Questo posto non è “né carni, né pisci”, né Europa né Africa. Stiamo parlando della terra di Sicilia, terra di tante dominazioni, ricca di Arte, di culture che si intrecciano, di paesaggi spettacolari, di odori, sapori, colori, canti e tradizioni, di poeti e artisti, di miti, leggende e fantasia… Qua è un continuo navigare tra mari, castelli, isole e pietre ardenti. In ogni borgo, anche il più piccolo, c’è qualcuno che ha una storia affascinante da raccontare e una specialità culinaria da far assaggiare. “Genti di cori” i Siciliani. Si racconta che questa magica terra sia nata dalla danza di tre Ninfe che dopo aver girato il mondo raccogliendo frutti e terreni fertili, attratte da questo angolo di mare e cielo luminoso, iniziarono a danzare sul pelo dell’acqua formando un triangolo e lanciando in mare tutto ciò che avevano raccolto. Dalla loro danza inizia ad emergere un’isola con tre promontori, che sono proprio quelli che le danno la forma triangolare: Capo Peloro (Messina), Capo Passero (Siracusa)e Capo Libero(Trapani).Da qui probabilmente uno degli antichi nomi della nostra terra, ovvero Trinacria. Il nome Sicilia, invece, è collegato alle vicende di una bellissima Principessa Libanese che portava questo nome e che all’età di 15 anni dovette abbandonare il suo paese sola e in barca per non essere divorata da un mostro famelico come era stato predetto da un’ oracolo alla sua nascita. La fanciulla passò tre mesi in acqua e, quando ormai si era abituata all’idea della morte, i venti la spinsero verso la spiaggia di una terra luminosa e calda, colma di profumi, fiori e frutti. La ragazza sazia la fame e la sete ma piange di solitudine, ha ormai finito le lacrime quando compare uno splendido giovane che le spiega che tutti gli abitanti sono morti di peste e che gli Dei hanno scelto loro due per generare una nuova razza forte, fiera e gentile. Così l’Isola venne ribattezzata con il nome della Principessa che portò in grembo le origini della nostra generazione. Ma di leggende in Sicilia ne sentirete tante! Come “Scilla e Cariddi”, che nello stretto di Messina hanno rappresentato i pericoli del mare; “Dina e Clarenza”, eroine nella lotta contro gli Angioini che battono le ore del campanile del Duomo di Messina; “Cola Pesce”, che vive ancora sul fondo del mare e regge la colonna di Capo Peloro; “L’incantesimo della Zisa”, dove dei diavoli fanno da guardiani ad un tesoro; “Il cavaliere senza testa”, che diede origine a capo Milazzo. E poi ancora “Mata e Grifone”, “Il conte Ruggero e la fata Morgana”, “Aretusa”, “La baronessa di Carini”, “Perché gli asini si chiamano scecchi” e tantissimi altri. Senza andare troppo lontano, restando in terra barcellonese, “Longano e Idria”. Tante le storie in terra di Sicilia, storie di origini o trasformazioni legate ai molti popoli che si sono avvicendati su quest’isola di sole e di mare. Ma se siete stanchi di miti e leggende, non mancano neppure le “storie dell’anima”, di “sicilitudine”, di attaccamento a radici forti come quelle dei tanti alberi di agrumi che la popolano. Così, se volete conoscere meglio questo luogo speciale del mondo, simbolo e specchio del mondo stesso, potete sicuramente leggere Sciascia, Quasimodo, Pirandello, Verga e Camilleri per citarne alcuni, che raccontano altre storie ma parlano sempre di questa “terra di suli e d’amuri”. E infine, citando una poesia di un grande barcellonese, Bartolo Cattafi, a testimonianza del ruolo della città del Longano nel panorama culturale siciliano e mondiale – poesia che recita “L’alfa e la beta per cominciare, e va oltre, troppo oltre l’omega l’anima inquieta” – ricordiamo che molti sono stati e sono i barcellonesi che hanno dato lustro in ogni campo alla Sicilia e alla loro città, ultimo tra tutti, solo perchè recentemente tragicamente scomparso, il grande archeologo Sebastiano Tusa, di cui il mondo ancora piange la perdita. Non sarà una grande città, quindi, Barcellona Pozzo di Gotto, non ha una storia troppo antica, ha un patrimonio artistico esiguo in confronto ad altri luoghi, ma… senza di lei il mosaico chiamato “Sicilia” avrebbe un pezzo mancante.
Francesca Giunta
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado
“Foscolo” di Barcellona P.G.