Venerdì 8 marzo 2019, in occasione della “Giornata Internazionale della Donna” e nell’ambito del progetto “Pari opportunità”, nei locali del Museo Didattico dell’Istituto Comprensivo “Foscolo” di Barcellona Pozzo di Gotto ha avuto luogo un interessante incontro con l’avvocato Maria Rita Ielasi, presidente dell’associazione onlus “Cammino”, rivolto agli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. L’obiettivo di questo momento di confronto è stato riflettere non tanto sull’importanza di questa ricorrenza, ma bensì sui diritti delle donne, soprattutto in campo socio-economico, e sull’intraprendenza femminile, che rappresenta una tematica fondamentale. La “Giornata Internazionale della donna”, che cade ogni anno l’8 marzo, infatti non è affatto una “festa” quanto piuttosto una giornata in cui ricordare le conquiste sociali e politiche delle donne, occasione per rafforzare la lotta contro le discriminazioni e le violenze. Dunque l’avvocato Ielasi ha scelto quest’occasione non solo perché è importante ricordare quanto le grandi donne del passato abbiano lottato per ottenere dei diritti in campo economico, politico e sociale che potessero garantire loro di emanciparsi, come da lei stesso spiegato, ma anche e soprattutto per invitare i ragazzi e le ragazze a riflettere sui passi che ancora la società deve compiere per raggiungere davvero la parità di genere, sotto ogni punto di vista. Sono molte le donne, infatti, che hanno segnato la storia di tutti i tempi con le loro idee, le loro opere ed i loro studi. Donne che si sono battute per la conquista di diritti importanti o che hanno fatto scoperte determinanti in diversi ambiti, dalla fisica alla medicina e dalla politica al sociale, come Margherita Hack, una delle più grandi astrofisiche italiane della storia, o come Samantha Cristoforetti, la prima donna italiana ad essere andata nello spazio. Purtroppo, però, il loro lavoro, a quanto pare, non è bastato a riuscire a combattere gli stereotipi e a sconfiggere l’ostilità del mondo maschilista, non del tutto, perlomeno. Ad oggi, infatti, sono altrettante le donne che, in tutto il mondo, sono costrette a soccombere alle ingiustizie e allo sfruttamento e non possono godere degli stessi diritti degli uomini, come ad esempio in Pakistan o in Nigeria, che sono delle zone molto povere del pianeta dove, addirittura, a molte bambine è negato l’accesso all’istruzione, cioè all’elemento chiave della libertà e dell’affermazione dell’uguaglianza sociale. Quello che deve stupire di più, però, è il fatto che ancora oggi anche in paesi più progrediti, come l’Italia stessa, in molti campi i diritti delle donne non sono rispettati e le donne stesse sono considerate inferiori rispetto agli uomini. L’uguaglianza sul lavoro, la parità salariale, il diritto delle donne ad essere apprezzate e riconosciute per il loro lavoro e non essere discriminate per il sesso d’appartenenza e molto altro, dovrebbero essere dei diritti che ad oggi tutte le donne nel mondo dovrebbero dare per scontati. Invece non è così. Il lungo cammino nella storia verso l’emancipazione femminile è stato fondamentale per aprire la strada all’uguaglianza di genere ma è proprio adesso che il lavoro delle donne non si deve fermare ed è arrivato per loro il momento di dimostrare, ancora una volta, di avere qualcosa da dire e qualcosa da fare, abbattendo gli stereotipi e dimostrando anche che il compito di una donna non è e non deve essere solo quello di stare a casa ad occuparsi della famiglia. Il primo passo delle donne, sin da piccole, per diventare inoltre dei grandi agenti del cambiamento – come è stato ribadito nel corso dell’incontro agli alunni della “Foscolo” che ascoltavano attenti – sta proprio nell’istruzione, senza cui aumenta la vulnerabilità ai soprusi. Fortunatamente ad oggi esistono donne che, con grande coraggio, lottano per affermare la propria identità, il proprio valore facendo sentire la propria voce e un grande esempio è Malala Yousafzai, una ragazzina pakistana che, dopo essere stata colpita al volto con tre proiettili da alcuni talebani e condannata a morte perché colpevole di aver gridato al mondo la sua voglia e il suo amore per lo studio e l’istruzione, miracolosamente sopravvissuta ha continuato a combattere e ce l’ha fatta. Malala è divenuta dunque un barlume di speranza e una luce da seguire per tutte le donne che cercano ad oggi di farsi valere e ha reso noto al mondo intero quanto una donna possa riuscire a fare, anche da sola e contro tutti, con determinazione e forza d’intraprendenza. È importante però che il genere femminile riconosca quanto vale e abbia più fiducia in sé stesso, per dimostrare in primis alla propria persona quanto può contare nella società, impugnando – come afferma proprio Malala – “un libro e una penna per iniziare a combattere con le uniche armi capaci di arrivare ad un vero e proprio progresso”, abbattendo qualsiasi tipo di barriera e grado di ignoranza per dare prova di quanto le disparità contribuiscano solamente a peggiorare la società.
Per concludere, dunque, grazie a quest’occasione di approfondimento sulla tematica della parità e sull’intraprendenza femminile che la loro scuola ha organizzato, ragazze e ragazzi della scuola secondaria “Foscolo” hanno avuto modo di fare un confronto tra passato e presente e riflettuto, sia su quanto è sbagliato vedere la donna ancora spesso come un “accessorio” del capofamiglia, sia sulla necessità per quest’ultima di ribellarsi alla condizione di subordinazione e inferiorità in cui culturalmente è ancora posta. Le donne dovrebbero, invece, riuscire ad esercitare il grande potere che custodiscono dentro di loro non su gli uomini, ma su loro stesse, rendendosi conto di chi sono e quali sono gli obiettivi che vogliono raggiungere perché, per citare la stessa Margherita Hack, “è proprio quanto le donne riescono ad ottenere, proprio entrando a ricoprire ruoli fondamentali nella scienza, nello sport, nella politica e in tutti i campi dell’attività umana, che può riuscire a fare la differenza”.
E la scuola non può, anche in questo caso, non dare un contributo in questo senso svolgendo il proprio ruolo educativo, sia per eliminare gli stereotipi in generale sia per fornire alle generazioni femminili future, alle bambine e alle ragazze donne di domani, quei modelli che finora mancavano loro per riuscire ad ottenere quella fiducia in sé stesse e quegli stimoli per completare il percorso storico verso la piena parità.
Noemi Pelleriti
Classe III, Scuola Sec. di 1° grado
“Foscolo” di Barcellona P.G.