“U Signuri a’ cascata” è un’antica “varetta” di Pozzo di Gotto facente parte dei gruppi statuari che vanno a formare processione che il Venerdì Santo si snoda per le vie di Barcellona Pozzo di Gotto, processione doppia in virtù delle due arcipreture sopravvissute nonostante l’unificazione delle due parti del comune nel 1835. Essendo una vara di antica costruzione, essendo stata scolpita dal messinese Giuseppe Fiorello nel 1911, si nota in essa la diversa espressione del Cristo rispetto a quelle di più recente manifattura. E’ più coinvolgente, dolorante, fa capire quanto fosse veramente grande il dolore di Gesù che cade mentre porta la croce. Il volto è sofferente e stanco, gli occhi chiarissimi ti fanno addentrare nel ricordo della Passione, morte e Risurrezione di Cristo. In effetti, osservandola, ti perdi nel dolore, nella preghiera e spesso nel pianto, come accade a me, mentre anche le vesti rosse ricordano la Sua sofferenza e il Suo sangue versato durante il Calvario.
La vara, custodita nell’antica Chiesa dei Cappuccini, appartenente all’Arcipretura di Pozzo di Gotto, dove può essere sempre ammirata per la sua bellezza immortale, durante la processione del Venerdì Santo è sempre addobbata da bellissimi fiori che, verosimilmente, nella sacra rappresentazione attutiscono la sua caduta, mentre sui quattro angoli vi sono quattro angeli che portano la corona di spine e il velo della Veronica. Dietro di essa, durante la processione del Venerdì Santo, così come dietro a molte altre “varette”, ci sono i tradizionali “visillanti”, che cantano la “Vexilla Regis” o “Visilla”, un canto tradizionale in latino rivolto alla croce, e “Lu venerdì di marzu”, un canto in dialetto siciliano in cui si parla del dolore della Madonna durante la Passione di Gesù.
“U Signuri a’ cascata” è proprio qualcosa da non perdere, non solo in quanto bella, attraente e affascinante, ma soprattutto per le emozioni che trasmette a chi la guarda e la interpreta con amore e con Fede Cristiana, in particolare per la croce, il simbolo dei cristiani. Gesù ha infatti passato un calvario per essere redento in cielo, la sua morte in croce è il simbolo della Fede Cristiana e questa varetta lo rappresenta nel migliore dei modi. Affascina anche il fatto che essa possa toccare molti argomenti: Gesù muore a braccia aperte, e ciò significa che tutti siamo ammessi nel suo regno. L’opera, poi, è anche di grande attualità e la figura di Cristo che prova la Passione rappresenta la salvezza di tutti,un uomo che si sacrifica per il bene dell’umanità. Anche oggi, come allora, noi abbiamo bisogno di questa figura, che ci salvi dall’odio, dal razzismo, dalla povertà e dalla fame, perciò affidiamoci a Gesù, perché Lui, nella preghiera, ci salvò, ci salva e ci salverà sempre, solo se abbiamo pura Fede. La Sua caduta dimostra che tutti possiamo cadere nell’abbandono, ma Dio non abbandona e quindi tutti ci dobbiamo rialzare, perché Dio ci starà sempre accanto, in ogni situazione.
La profonda spiritualità che emana dalla vara “Du Signuri a’ cascata”, quindi, ne fa un momento religioso tradizionale caro ai pozzogottesi, in quanto a lei legati storicamente e affettivamente, ma la rendono molto importante anche per tutti i cittadini barcellonesi, che vedono in essa una significativa unione di fede religiosa e tradizioni antiche, e l’amano perciò con altrettanto trasporto.
Chiara Bucca
Classe I, Scuola Sec. di 1° grado
“Foscolo” di Barcellona P.G.