I PFAS sono pericolosi per la pelle? Intervista al dermatologo Andrea Ingegneri

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Di fronte al crescente allarme per le sostanze per-polifluoroalchiliche (PFAS), utilizzate in moltissimi prodotti industriali e di consumo, ci si chiede spesso se queste sostanze possono danneggiare la pelle? Abbiamo intervistato Andrea Ingegneri, dermatologo esperto di patologie cutanee e ambiente.

Che cosa sono i PFAS?

I PFAS, acronimo di sostanze per- e polifluoroalchiliche, sono una famiglia di composti chimici utilizzati per rendere i materiali resistenti all’acqua, ai grassi e alle macchie. Li troviamo nei tessuti impermeabili, nelle pentole antiaderenti, nei contenitori alimentari e persino nei prodotti cosmetici. La loro diffusione, purtroppo, ha portato a una contaminazione significativa dell’ambiente e anche del corpo umano, dato che tendono ad accumularsi nei tessuti.

Si parla molto di PFAS in relazione a gravi patologie, ma possono avere un impatto diretto sulla pelle?
Sì, ci sono evidenze crescenti che i PFAS possano avere effetti negativi sulla pelle, anche se non sono ancora del tutto compresi. Alcuni studi suggeriscono una possibile correlazione tra esposizione ai PFAS e lo sviluppo di dermatiti, come la dermatite atopica. Questo può essere legato all’effetto immunomodulatore dei PFAS, che alterano la risposta immunitaria cutanea, favorendo l’infiammazione e la sensibilizzazione.

Come avviene questa esposizione?

I PFAS entrano in contatto con la pelle direttamente?
Sì, il contatto diretto con la pelle è una via di esposizione importante. I PFAS sono presenti in oggetti di uso quotidiano come i cinturini di smartwatch, abbigliamento impermeabile e cosmetici. Ad esempio, un recente studio ha rilevato che alcuni cinturini contengono elevate concentrazioni di PFAS, che possono essere assorbite attraverso la pelle, seppure in piccole quantità.

Quali potrebbero essere le conseguenze di questo assorbimento cutaneo?

L’assorbimento cutaneo potrebbe contribuire a una lieve infiammazione locale o, in casi estremi, a sensibilizzazioni cutanee o reazioni allergiche. Inoltre, c’è preoccupazione per gli effetti sistemici, poiché queste sostanze possono entrare nel flusso sanguigno e accumularsi nell’organismo, con implicazioni per la salute generale, inclusa la pelle.

Ci sono gruppi più a rischio?

Certamente. Chi soffre già di condizioni come la dermatite atopica, la psoriasi o altre malattie che alterano la barriera cutanea potrebbe essere più vulnerabile. Una barriera cutanea compromessa permette un assorbimento maggiore di sostanze esterne, compresi i PFAS, aumentando il rischio di irritazioni o aggravamento della condizione preesistente.

Cosa possiamo fare per proteggerci dai PFAS?

Innanzitutto, scegliere prodotti privi di PFAS quando possibile. Questo vale per cosmetici, abbigliamento e utensili domestici. Inoltre, chi ha una pelle sensibile dovrebbe limitare il contatto diretto con materiali sospetti e optare per detergenti delicati che proteggano la barriera cutanea. Infine, è importante sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di regolamentare queste sostanze.

In conclusione, i PFAS rappresentano un pericolo reale per la pelle?

I PFAS sono senza dubbio una minaccia per la salute ambientale e, in alcuni casi, possono avere effetti sulla pelle, soprattutto in soggetti predisposti. Tuttavia, la ricerca è ancora in corso e servono ulteriori studi per comprendere meglio i meccanismi di azione. Nel frattempo, è fondamentale adottare misure preventive e promuovere la conoscenza su questo tema.