Barcellona Pozzo di Gotto: le due processioni delle “varette” del Venerdì Santo

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L’incontro sulla copertura del torrente Longano

VaretteIncontrosulPonte Barcellona Pozzo di Gotto: le due processioni delle “varette” del Venerdì Santo

Le due processioni nella serata si incontrano sulla copertura del torrente Longano, percorrendola da nord verso sud quelle di Barcellona, e in senso inverso quelle di Pozzo di Gotto. Durante l’incontro le due processioni si fermano e i gruppi statuari ruotati di novanta gradi, secondo un’usanza introdotta nel 2010. L’incontro sulla copertura del Torrente Longano risale al 1968, artefice Don Rodolfo Di Mauro, direttore dell’Oratorio Salesiano di Barcellona dal 1961 al 1968. Alle due processioni partecipano il Sindaco e gli Assessori comunali.

Per realizzare l’evento, molto sentito da cittadini, è necessario un grande lavoro organizzativo. Ogni “varetta” è patrocinata da una famiglia, spesso sono i discendenti di quelli che l’hanno fatta realizzare, oppure da una confraternita o da un gruppo di artigiani o commercianti, che provvedono a tutto, dalla custodia all’addobbo floreale, al trasporto, al restauro, all’illuminazione ed alla cena finale. Infatti, a conclusione della serata, a tutti coloro che partecipano al trasporto della “vara” ed al canto della “Visilla” che accompagna i gruppi statuari durante la processione, viene offerta una cena a base di pescestocco “a gghiotta”.

La Vexilla Regis (la Visilla)

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La “Visilla” è così chiamata perché è basata sul testo dell’Inno alla Croce del poeta latino cristiano Venanzio Fortunato (circa 530-600), le cui strofe iniziali così recitano:

Vexilla Regis prodeunt:

Fulget Crucis mysterium,

Qua vita mortem pertulit

Et morte vitam protulit.

Ogni anno i “patrocinatori” delle “varette” delle due processioni chiedono un maggiore interessamento da parte delle Istituzioni competenti per la valorizzazione e il restauro dei gruppi statuari e per risolvere il problema della custodia di circa metà delle “varette” stipate nei magazzini. Sembra che quest’anno qualcosa si stia muovendo. Attualmente una parte delle ”varette” è custodita nelle chiese o nelle sagrestie, un’altra parte si trova in magazzini privati e quindi non fruibili durante l’anno. L’idea, che circola da anni, è quella di realizzare un museo in un luogo apposito o spostare le “varette” dai magazzini alle varie chiese cittadine.

I “Sepolcri” del Giovedì Santo

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Il Giovedì Santo nelle chiese vengono allestiti i cosiddetti “Sepolcri”, definiti dalla Chiesa “Altari della Reposizione”, dove sono presenti vasi con germogli di grano o cereali coltivati al buio per perpetuare, secondo una lettura “laica”, il culto greco arcaico dei Giardini di Adone, legati al mito della rinascita primaverile. A tal proposito in un passo nel Ramo d’oro di James G. Frazer (Glasgow 1854 – Cambridge 1941), uno dei fondatori della moderna antropologia, si può leggere: «I giardini di Adone vengono ancora seminati a primavera e in estate, in Sicilia; possiamo quindi dedurne che forse la Sicilia, come la Siria, celebrasse anticamente una festa del dio morto e risorto. All’approssimarsi della Pasqua, le donne siciliane seminano frumento, lenticchie e miglio dentro vassoi che conservano al buio, annaffiandoli ogni due giorni. Ben presto spuntano le piantine, che vengono legate con nastri rossi. I vassoi sono poi collocati sui sepolcri, allestiti nelle chiese greche e cattoliche il Venerdì Santo; proprio come i giardini di Adone erano collocati sulla tomba del dio defunto. L’usanza non si limita alla Sicilia ma è seguita anche a Cosenza, in Calabria, e forse in altre località. L’intera tradizione – i sepolcri e i vassoi con le piantine germogliate – potrebbe non essere altro che una sopravvivenza del culto di Adone, sotto diverso nome

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https://youtu.be/g6lKgZKdc04
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