Barcellona, quattro condanne e quattro assoluzioni nel processo per l’abuso edilizio del B&B Mandanici nel quartiere Marsalini

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Il collegio penale del tribunale di Barcellona ha emesso la sentenza di primo grado alla fine del processo per il presunto abuso edilizio del B&B Mandanici nel quartiere Marsalini.

Per i reati di abuso d’ufficio e una serie di ipotesi di falso in atti pubblici erano stati rinviati a giudizio l’ex assessore comunale Angelo Coppolino, il fratello Felice, a cui sono riconducibili gli immobili oggetto del presunto abuso edilizio, l’allora segretario generale Santi Alligo, il funzionario Carmelo Rucci, due tecnici comunali dell’ufficio abusivismo, Giuseppe Bonomo e Francesco Livoti, l’ex vicecomandante della polizia municipale, Salvatore Di Pietro e l’avvocato Domenico Floramo, finito nell’inchiesta per aver il reato di ‘favoreggiamento’ nei confronto del suo assistito, l’arch. Carmelo Rucci.

Il presidente del collegio Antonino Orifici, con a latere i giudici Noemi Genovese e Mariacristina Polimeni, hanno disposto l’assoluzione nei confronti dell’ex segretario comunale Santi Alligo, l’architetto Carmelo Rucci e l’avvocato Domenico Floramo perché il fatto non sussiste ed Felice Coppolino per sopraggiunta prescrizione.

Il collegio ha invece condannato a 9 anni e 10 mesi l’ex assessore Angelo Coppolino ad un anno, a 4 anni e 10 mesi per l’ex vicecomandante della polizia municipale, Salvatore Di Pietro e 5 mesi con la condizionale per Bonomo e Francesco Livoti,

Il collegio di difesa era composto dagli avvocati Tommaso Calderone, Carmelo Monforte, Salvatore Silvestro, Adriana La Manna, Giuseppe Lo Presti, Fabio Marchetta, Guglielmo D’Anna. Paolo Turiano e Gaetano Pino.

Il primo passaggio dell’inchiesta risale al 9 novembre 2016 quando furono sequestrati i due edifici che ospitavano il ‘B&B Mandanici’ e il ristorante ‘al Borgo’, ubicati lungo la via Gerone a Marsalini, su cui erano state effettuale modifiche strutturali ritenute abusive dalla Procura. Entrambi gli immobili erano riconducibili all’ex assessore Coppolino ed ai suoi familiari. Le successive indagini portarono i magistrati a ricostruire un quadro indiziario con le accusa di peculato, corruzione, abuso d’ufficio e una serie di ipotesi di falso in atti pubblici, a carico dei fratelli Coppolino e dei funzionari pubblici coinvolti nella fase di accertamento del presunto abuso edilizio.