Cresce la protesta, almeno a livello istituzionale, per chiedere nuova dignità all’ospedale Cutroni Zodda di Barcellona, trasformato in Covid Hospital all’inizio della pandemia e non ancora riconvertito in ospedale di base, secondo i parametri del decreto assessoriale del 2019 sulla rete ospedaliera regionale.
Dopo le prese di posizione del comitato per la tutela del Cutroni Zodda e di alcune sigle sindacali, con una petizione per coinvolgere direttamente i cittadini del comprensorio, si attendono ancore le risposte della direzione generale dell’ASP Messina in merito all’invito al confronto con il consiglio comunale nella seduta straordinaria dell’8 novembre 2022.

Il presidente del Consiglio Comunale Angelo Paride Pino ha intanto accolto la richiesta di convocazione anche per tutti i sindaci del distretto D28 di Barcellona e non solo per il presidente dello stesso distretto Eugenio Aliberti, già inserito tra le autorità invitata alla seduta consiliare. L’obiettivo è far sentire più forte la voce di un territorio penalizzato dalle scelte regionali in materia sanitaria degli ultimi 15 anni, che hanno depotenziato l’ospedale Cutroni Zodda fino al rischio di una chiusura come struttura ospedaliera per l’emergenza-urgenza. L’impegno del personale medico e paramedico durante la pandemia, in cui molte vite sono state salvate anche a Cutroni Zodda di Barcellona, rischia di essere ripagato con una chiusura definitiva del pronto soccorso e dei reparti che sono da supporto all’attività di assistenza alle emergenze. Gli ultimi segnali sono sconfortanti, soprattutto dopo il mantenimento del Covid Hospital e la mancata attivazione delle aree Covid all’interno dei reparti dei molti altri nosocomi provinciali per la cronica mancanza di personale.
La difficile battaglia che l’associazionismo dovrà combattere sarà dura perchè si scontrerà contro una burocrazia che limita il campo d’azione delle autorità sanitaria e che è legata ai freddi numeri e non alle esigenze reali dei territori. Ancora più complesso sarà coinvolgere in questo cammino la gente, perchè troppo scoraggiata dagli ultimi anni in cui in molti casi il diritto alla saluti per i territori di Barcellona e del comprensorio è stato negato, con lunghe file ai pronto soccorso e con il ricorso ai trasferimenti in altri centri della provincia e della regione. Serve quindi chiarezza una volta per tutte, senza le facili promesse di potenziamento, che in questi anni sono suonate come parole al vento.