Le segnalazioni dei sindaci del comprensorio tirrenico su un aggiornamento parziale dei dati del contagio da parte della piattaforma ufficiale dell’Asp, hanno trovato un riscontro concreto nel racconto del sindaco di Oliveri Francesco Iarrera, che ha affidato ad un post sui social la lucida analisi di una situazione ormai fuori controllo. Alla protesta la comunità oliverese ha preferito l’azione concreta, con un autotracciamento che rende chiaro l’andamento epidemiologico.
Nel comune tirrenico, infatti, secondo i dati ufficiali dell’ASP Messina, ci sarebbero solo 22 positivi, mentre dal tracciamento effettuato in modo capillare ed autonomo sul territorio da un gruppo di emergenza Covid, costituito dall’Amministrazione comunale, ha riscontrato tamponi positivi per un totale di 109 attualmente positivi, con 67 famiglie coinvolte nelle quarantene.
Il sindaco Iarrera ha riferito che una o due volte a settimana il Comune riceve una nota al protocollo, da parte dell’Asp Messina con un file a cui si può accedere attraverso una password e verificare la lista in Excel che contiene i casi Covid ufficiali. “Si tratta purtroppo di una prospettiva ottimistica – ha scritto il primo cittadino con un pizzico di amara ironia – perchè secondo loro a Oliveri ci sono 22 casi di positività. La realtà è però un’altra ed è chiara uscendo in piazza, dove ci si sente più soli della particella dell’acqua Lete. L’unico essere vivente con cui poter scambiare un saluto, pur di non perdere il dono della parola, era Dagmar, il cane di Beatrice. Simile visione ha stimolato il dubbio che i dati Asp fossero, diciamo cosi, incompleti. È questo è un problema, poiché avere un quadro epidemiologico locale chiaro, puntuale e affidabile è necessario per studiare il fenomeno e assumere decisioni. Ci sembra giusto che i cittadini sappiano cosa succede a casa propria e ci siamo trovati davanti a due alternative: Protestare con Asp, Usca, Provincia, Regione, Camera, Senato e Parlamento Europeo. La ricerca di un capro espiatorio placa l’ansia e ci pone dalla parte giusta della storia. Nel frattempo alimenta l’indignazione generale e questo non serve proprio a nessuno. So bene che non tutto sta andando come vorremmo, ma dobbiamo accettare l’idea che siamo in emergenza e che tutti stanno dando il massimo. L’alternativa era quella che abbiamo percorso come sempre, rimboccarci le maniche e cercare di fronteggiare una situazione che nessuno ha scelto ma in cui ci siamo ritrovati. E se vogliamo spuntarla, dobbiamo pedalare. Abbiamo messo su un gruppo emergenza Covid, attivato la protezione civile, un canale per le comunicazioni Covid, un database con tutte le persone positive e i contatti stretti, una squadra di sostegno per portare i generi di prima necessità casa per casa, un sistema per comunicare alla ditta rifiuti in tempo reale gli indirizzi dove ritirare i loro rifiuti. Dei positivi sappiamo quando hanno fatto il tampone, se era da farmacia o laboratorio, se stanno male, poco, pochino, abbastanza o molto. Li chiamiamo due volte al giorno. Chi è solo di più. E per quanto ci riguarda, Asp o non Asp, se una persona di Oliveri ha un tampone positivo, fatto da Usca, in farmacia, al tabacchino, noi lo segniamo fra i positivi. E da lì ci muoviamo per suggerire ai familiari cosa fare e non fare, tracciamo i contatti e suggeriamo quarantena. Alla domanda perché a Oliveri ci sono così tanti casi la risposta è: perché li contiamo tutti. Ma proprio tutti”.
Il sindaco ha quindi ringraziato ad uno ad uno coloro che si sono messi a disposizione, Nino Torre, Nino Vitale, Marco Crisafulli, Santino Sofia, Nunzio Bertino, Salvo Iarrera, Vittoria Cardile, Francesco Arlotta, Mariano Gullo, Benedetto Fazio, Rosario Scardino e Giuseppe Ravidà, insieme all’Usca patti e il dipartimento di prevenzione, per il costante sostegno.