Assolti “perché il fatto non sussiste” è la sentenza emessa dalla Corte d’Appello nei confronti di un intero nucleo familiare di San Filippo del Mela.
La Corte di Appello di Messina ha confermato la pronuncia del giudice monocratico del Tribunale di Barcellona Dr Sidoti, che aveva disposto l’assoluzione di tutti i membri di un nucleo familiare di San Filippo del Mela a processo con le accuse di stalking, danneggiamenti, furto e tentate lesioni personali.
Gli imputati, difesi dagli avv.ti Alessandro Imbruglia, Nino Aloisio e Gioele Sodano erano stati accusati da due vicini di casa, rispettivamente fratello e sorella, di diversi gravi fatti di reato che ne avrebbero sconvolto le abitudini ed ingenerato vari stati di ansia e timore.
Le presunte vittime avevano raccontato durante il processo di aver subito danneggiamenti, continue minacce ed aggressioni verbali e di non uscire più da casa. In una occasione, a loro dire, uno degli imputati avrebbe tentato di colpirli facendo cadere dal proprio balcone alcuni vasi di piante.
Le persone offese, difese dall’Avv. Angela Pino, avevano corredato le loro denunce da supporti informatici contenenti le registrazioni di alcuni degli asseriti fatti contestati ma gli elementi offerti non sono stati ritenuti sufficienti a provare i fatti. Le vittime avrebbero tentato di insinuare anche che i militari intervenuti per sedare le continue liti non avessero verbalizzato le minacce proferite dagli imputati.
La versione delle vittime non è stata però ritenuta attendibile ed è emerso che, contrariamente a quanto lamentato, nessun timore ansia o stato di agitazione, potesse ipotizzarsi nei confronti dei querelanti i quali di contro, dal loro insediamento nelle adiacenze delle abitazioni degli imputati, avevano costantemente fatto ricorso allo strumento della segnalazione dei vicini ai Vigili Urbani lamentando questioni irrilevanti rivelatisi pressoché infondate.
Una di queste segnalazioni aveva ad oggetto la segnalazione di lavori abusivi quando invece i pericolosi vicini stavano soltanto effettuando lavori di pitturazione delle pareti interne alla loro casa. La ricostruzione fornita dalle presunte vittime non ha convinto il giudice.
L’assoluzione è stato confermato anche in Corte di appello ove le persone offese avevano fatto ricorso lamentando l erroneità della sentenza di assoluzione pronunziata dal Tribunale