La Corte d’appello di Roma ha assolto, Monica Mileti, la donna coinvolta a Viterbo nell’inchiesta sulla morte di Attilio Manca
La Corte d’appello di Roma ha assolto, “perchè il fatto non sussiste”, Monica Mileti, la donna coinvolta a Viterbo nell’inchiesta sulla morte di Attilio Manca, l’urologo che, come raccontato da collaboratori di giustizia, operò alla prostata l’allora boss latitante Bernardo Provenzano, in Francia.
Mileti fu condannata in abbreviato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per la cessione dell’eroina che avrebbe ucciso Manca per overdose il 12 febbraio del 2004 nella sua casa a Viterbo, mentre fu prosciolta, per avvenuta prescrizione, dall’accusa di morte come conseguenza di altro reato.
L’avvocato Cesare Placanica, difensore dell’imputata, e Fabio Repici che rappresenta la famiglia Manca, non ammessa come parte civile nel processo, hanno da sempre sostenuto la tesi per la quale la donna sembrava incastrata in una vicenda “nella quale non c’entrava niente” a detta del suo legale e per cui “non ci sono elementi per dire che ci sia stata la cessione dello stupefacente”, come ha sottolineato Repici.
La famiglia Manca combatte ormai da 17 anni, affinchè la verità su Attilio venga a galla e si scoprano gli assassini del medico barcellonese. Era tanto attesa la decisione di oggi per loro, che non si fermeranno e preannunciano l’ipotesi di una richiesta di riapertura del caso.