Milazzo. Una piazza pattumiera

- Cronaca, Provincia

Alla vigilia dell’incipiente stagione estiva non è un edificante scenario quello offerto al momento dalla piazzetta «‘Ngonia», sita nella zona balneare del Tono. Teatro di una riqualificazione coinvolgente tutto il litorale di ponente, ma non completato per inchieste giudiziarie concernenti infiltrazioni mafiose sull’aggiudicazione dei lavori. La zona, anni fa punto di ritrovo dei giovani nonché area parcheggio per i bagnanti, è oggi un luogo abbandonato all’azione del tempo ed all’incuria degli uomini. Alle palme quasi rinsecchite ed alle aiuole piene di sterpaglie, la cui vegetazione ha ormai invaso la spiaggia e sta procedendo verso la battigia, si sono affiancati in due zone distinte cumuli di spazzatura, dove in una delle quali sono gettati cassette in plastica, bombole a gas butano liquido e copertoni di camion, una combinazione esplosiva, che potrebbe indurre qualsiasi malintenzionato a provocare un incendio doloso dalle vaste proporzioni dando il colpo finale ad un territorio in balìa di una situazione ambientale a dir poco disastrosa, data anche la presenza di condotte fognarie sfocianti nelle adiacenze e di sporcizie, che deturpano la pittoresca baia. L’illuminazione pubblica insufficiente e la difficoltà per i veicoli a percorrere la via dissestata, che vi conduce, ha trasformato la piazza in una vera e propria discarica a cielo aperto, alimentata peraltro dai lavori di restauro alla chiesetta di Maria SS. di Tindari, che nonostante la transennata costituisce a sua volta un cantiere, dove sono depositati calcinacci e detriti di ogni sorta. Molteplici sono state le segnalazioni dei numerosi ristoranti e bed & breakfast all’Amministrazione Comunale senza sortire alcun effetto. Alcuni dei titolari hanno dichiarato che, oltre all’attuale recessione economica, il crollo delle prenotazioni turistiche è dovuta alla desolazione della costa, privata dei necessari interventi ecologici per richiamare un notevole flusso vacanziero. L’assenza di pianificazione e la poca vigilanza delle autorità preposte lasciano intendere una poca attenzione verso un’area dall’immenso potenziale redditizio, che al momento soltanto la natura è capace di offrire.

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