Game Over per la raccolta differenziata.

- Attualità, Primo Piano

La società Dusty garantisce la raccolta “porta a porta” solo al 10 per cento della popolazione e non si prende cura dell’umido come dovrebbe. Barcellona e la raccolta “non-differenziata” rappresentano un binomio indissolubile: è così che le tasse aumentano e la città si ammala. L’avvio di una sistematica raccolta differenziata “porta a porta”, che permettesse alla nostra cittadina di seguire i canoni normativi italiani ed europei in materia, è stata negata ai cittadini barcellonesi sin dall’ottobre del 2005, data in cui si era previsto l’inizio di tale progetto.

L’Ecopunto è stato fino ad ora la controtendenza: permette ai singoli cittadini, sensibili al problema, di effettuare una sorta di raccolta differenziata, anche se l’insufficienza del piano del riciclo rifiuti ha posto dei limiti enormi e non ha stimolato tutti, pure perchè da questo tipo di raccolta non si ha nessun tipo di vantaggio economico sulla bolletta.

Oggi, la società Dusty, che gestisce la raccolta nell’ambito territoriale dell’Ato Me2, ha promesso di garantire il servizio “porta a porta” al solo 10 percento della popolazione, per potenziare i centri di raccolta, tramite il solito metodo delle campane. In aggiunta, non esiste alcun centro adatto allo smistamento di rifiuti umidi, i quali costituiscono il pericolo più sano per l’ambiente e per la società. Tutte le speranze si stanno per spegnere: tra ottobre e novembre è scaduto un bando europeo che avrebbe permesso ai Comuni di muoversi, soli o in consorzio, per la presentazione e la realizzazione di un progetto di apposite strutture per lo smaltimento dell’umido.

 

Con questa scadenza coincide anche la fine della possibilità di guadagno che il Comune poteva ricavare, tramite lo smaltimento dell’umido, così come è avvenuto a Padova, che è divenuta simbolo di eccellenza italiana ed europea: grazie ad un progetto “porta a porta” sull’umido è riuscita a recuperare il 50 % dei rifiuti tossici prodotti, risparmiare circa 25.00 € per tonnellata, ricavando circa 19.00€ a tonnellata dalla vendita del compost. Perché Barcellona non può prendere esempio? Perché ci si deve conformare nuovamente al metodo delle campane seguito dai cittadini più sensibili al problema, a discapito del “ porta a porta” che raggiungerebbe tutti in maniera più efficiente?
Alla situazione critica della discarica di Mazzarrà S.Andrea, dove i rifiuti vengono solo triturati e vagliati da un apparecchio che non risulta a norma, alla mancanza di impianti di selezione e bio-stabilizzazione, in teoria già obbligatori, allo scadimento del servizio reso dall’ATO ME 2, si aggiunga che la stessa ATO ME 2 svolgerà per conto della Dusty il progetto sopra illustrato: riusciremo mai ad elevarci al grado di civiltà minimo, descritto dall’Unione Europea e previsto dalla normativa italiana?

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