L’assessore Roberto Molino denuncia il decadimento della comunicazione adottata da una parte del Consiglio comunale

- Attualità, Politica

L’assessore ai rapporti con il Consiglio comunale Roberto Molino, in una nota indirizzata al presidente del consiglio Angelo Paride Pino e per conoscenza al sindaco Calabrò, denuncia il decadimento del modello comunicativo utilizzato da una parte del Consiglio Comunale. L’assessore ricorda che i componenti del civico consesso partecipano alle sedute in qualità di rappresentanti istituzionali e che, pertanto, il confronto dialettico tra gli stessi dovrebbe rientrare nell’ambito di una civile contrapposizione fra le parti su temi d’interesse collettivo.

La delega ai rapporti con il Consiglio Comunale – scrive Molino – che il sindaco mi ha conferito mi fa sentire una responsabilità ancora maggiore nella direzione del mantenimento di un confronto leale e corretto con tutti i Consiglieri Comunali. Ricordo tuttavia che noi assessori ci presentiamo alle sedute del Consiglio per dare conto alla città dell’azione amministrativa e per rispondere a tutte le domande che i Consiglieri intendono avanzare. Ci presentiamo al Consiglio in qualità di rappresentanti istituzionali e pertanto il rispetto del ruolo è doveroso da parte di tutti, anche nei nostri confronti. Qualche Consigliere comunale ha ricordato più di una volta che noi assessori siamo ospiti: bene, in verità mai mi è capitato di invitare – di ospitare – persone a casa mia e quindi di insultarle. Sono diverse sedute che un Consigliere in particolare si permette di insultare con pervicace costanza i rappresentanti della Giunta, i quali sono costretti a non replicare per non fare scadere il livello del confronto. I profili di merito verranno affrontati nell’agone politico e nei luoghi in cui il confronto non consegna sempre l’ultima parola agli urlatori di turno, tuttavia oggi la questione è un’altra: è ancora sopportabile questo modus operandi che fa ritenere lecito a questo o a quel Consigliere di utilizzare parole offensive nei confronti di componenti della Giunta o di chicchessia?

 “Il rispetto che porto alle Istituzioni, alla Città e il mio senso del dovere – prosegue Molino – possono spingersi fino al punto di acconsentire che affermazioni simili siano pronunciate senza sentire il bisogno di reclamare che il confronto dialettico rientri nell’ambito di una civile contrapposizione fra le parti sui temi d’interesse collettivo, sulle questioni oggetto di confronto?

Ho sempre accettato la critica – conclude – chi amministra fa delle scelte, a volte condivise a volte no, anche dai rappresentanti eletti nel Civico Consesso: quello che non reputo più accettabile è il livello men che modesto della dialettica cui assisto ad ogni seduta, dialettica in cui la rabbia prevale sulla ragione e che si manifesta con espressioni al limite di quanto consentito dalla legge, a volte anche oltre quel limite. Nelle mie parole non c’è esagerazione, ma semplice desiderio di salvaguardare il decoro delle Istituzioni e la sacralità dei luoghi, di mantenere il rispetto dei ruoli istituzionali, e – perchè no? –  anche il rispetto per la politica, che continuo a considerare esercizio virtuoso di partecipazione civile e democratica e che, al contrario, appare sempre più piegata a giochi di potere camuffati da fantomatiche rivendicazioni per la collettività. Nonostante questo mi dichiaro sempre disponibile ad un confronto fattuale e sereno con chiunque voglia riportare il dibattito in un ambito che sia improntato ad una civile dialettica“.

.
.
.