Questa sera al Trifiletti, l’ultimo spettacolo della VI Stagione quiNteatro

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L’ultimo spettacolo in programmazione per la rassegna della sesta stagione teatrale di quiNteatro al teatro Trifiletti di Milazzo sarà “Non fui gentile fui Gentileschi” di R. D’Alessandro e F. Valdi, con Debora Caprioglio per la regia di R. D’Alessandro.

Si avvia alla conclusione, oggi venerdi 31 Maggio alle ore 21 al teatro Trifiletti del comune di Milazzo, la VI stagione teatrale dell’Associazione quiNteatro diretta da Giuseppe Pollicina con lo spettacolo “Non fui gentile fui Gentileschi”. Un meraviglioso e delicato monologo originale di R. D’Alessandro e F. Valdi che vede come interprete 𝐃𝐄𝐁𝐎𝐑𝐀 𝐂𝐀𝐏𝐑𝐈𝐎𝐆𝐋𝐈𝐎.

𝐍𝐨𝐧 𝐟𝐮𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞 𝐟𝐮𝐢 𝐆𝐞𝐧𝐭𝐢𝐥𝐞𝐬𝐜𝐡𝐢

Debora Caprioglio vestirà i panni di Artemisia Gentileschi in un nuovo emozionante, intenso assolo.
Siamo nello studio di pittura di Artemisia, e lei è intenta a fare quello che di più ha amato fare nella vita, dipingere. Ci parla e ci racconta di sé, della sua vita a partire dall’infanzia. La perdita della madre, la vita di una bambina in una Roma del seicento.
Artemisia capisce da subito quanto è difficile vivere in un mondo di uomini. Eppure in un mondo di uomini il padre, Orazio Gentileschi, la avvia subito ad un mestiere in cui le donne non erano nemmeno contemplate, la pittura. Lei si distingue rispetto ai fratelli ed ha una passione che la tiene ore ed ore a disegnare un viso fino a quando non ne coglie la somiglianza. Grazie al padre
conosce i più grandi pittori, addirittura Caravaggio. Ed il padre la affida ad un suo amico perché impari e migliori nell’arte della pittura, Agostino Tassi. Ma il Tassi un giorno abusa di lei. Questo trauma e il processo che ne è derivato, voluto dal padre, segnano tanto profondamente la vita artistica di Artemisia. Tutto quello che ne consegue e tutto quello che lei ha compiuto per
affrancarsi e affermarsi in un mondo dominato ferocemente da uomini, la rendono una figura di riferimento per la lotta dei diritti delle donne. La pittura di Artemisia è potentemente drammatica, lo stile è quello caravaggesco, con forti chiaroscuri, con il raggio di luce rivelatore, che nel caso della Gentileschi non rappresenta la grazia di Dio, ma la giustizia divina, che si abbatte su Oloferne per mano di Giuditta o che condanna i vecchioni pronti ad importunare la povera Susanna. Lei con passione ci racconta tutto, ci mostra le sue tele, ce ne spiega la ragione, le circostanze da cui sono nate. Ci racconta i suoi trionfi, le sue sconfitte e sempre e sempre la lotta contro un sistema che la vorrebbe a casa ai fornelli, ad accudire la figlia. Ma lei è la Pittura, come ci dice
nell’allegoria che fa di un suo autoritratto, non può fare altro che dipingere. Ci racconterà tutto, scenderà nell’abisso della violenza subita, salirà nel paradiso dell’Arte. E noi assistiamo alla meraviglia di una grande pittrice che risplende della sua vittoria.

Biglietti in prenotazione a partire da 15 euro.

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