E’ una rabbia comprensibile quella di Piero Campagna espressa nel collegamento con “Chi l’ha visto?” con tutta quella forza che lo ha spinto a lottare per oltre 20 anni nella ricerca della giustizia per l’omicidio di sua sorella Graziella.
La semilibertà concessa dai giudici a Giovanni Sutera, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Graziella Campagna, insieme al mandante Gerlando Alberti Jr., ha scatenato la reazione dei familiari della 17enne uccisa solo per aver visto un’agendina nella tasca della giacca del boss palermitano, mentre lavorava in una lavanderia di Villafranca Tirrena.
Piero Campagna ha usato termini forti contro lo Stato per una decisione incomprensibile come ribadisce anche a 24live.it: “Un provvedimento del genere, dopo appena 9 anni di carcere, non è giustificabile, soprattutto davanti ad un killer che non ha mai collaborato con la magistratura per far scoprire le persone che hanno favorito la loro latitanza e provato a depistare le indagini per oltre 20 anni. Sono deluso ed amareggiato perchè in questi anni con mio fratello ci siamo impegnati con le scuole per diffondere un messaggio di legalità. Questa decisione è una sconfitta per tutti, a partire dalla Stato”.