Questione raffineria: le associazioni del Mela scrivono alle istituzioni

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A.D.A.S.C., Coordinamento Ambientale Milazzo-valle del Mela, Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, ARCI Messina APS, Movimento No inceneritori del Mela scrivono alle istituzioni del Comune di Milazzo e alla Regione Siciliana sulla questione raffineria, a tutela di tutto il territorio ambientale.

In particolare, le associazioni scrivono quanto segue:

Egregi consiglieri,
nei giorni scorsi abbiamo denunciato l’operazione finalizzata all’approvazione, da parte del consiglio comunale di Milazzo, di un documento che chiedesse una revisione del Piano della qualità dell’aria, attraverso l’interessamento della deputazione locale all’ARS.
Si voleva così dare man forte alle analoghe pressioni che proprio in queste settimane le raffinerie siciliane stanno esercitando sul Governo regionale, al fine di ottenere limiti emissivi più morbidi e quindi la possibilità di inquinare di più, continuando anche a distruggere il clima.
Fortunatamente alcuni consiglieri si sono opposti ad una richiesta esplicita in tal senso ed alla fine è stata approvata una versione di compromesso, che si presta però a varie interpretazioni.

E’ chiaro che in una circostanza come quella odierna, in cui la richiesta delle raffinerie al governo regionale è chiara e precisa, il documento approvato dal consiglio, che chiama anch’esso in causa il Governo regionale sulla questione della raffineria, possa essere facilmente interpretato da chi di dovere come un supporto a quanto chiesto dalle raffinerie.
Dopo la nostra denuncia diversi consiglieri hanno chiarito che il loro intendimento non è mai stato quello di chiedere una revisione del Piano. Vogliamo credere alla loro buona fede, ma è chiaro che a questo punto si pone la necessità dell’approvazione di un ATTO DELIBERATIVO che stavolta CHIEDA ALLA REGIONE DI NON MODIFICARE IL PIANO.
Solo così si potrà evitare che il precedente documento possa essere strumentalizzato dalle grosse industrie inquinanti.

Ricordiamo che il Piano è stato formulato ed approvato sulla base di specifiche disposizioni della normativa nazionale e comunitaria.
Come disposto dall’art. 9 del D.Lgs. 155/2010, il Piano individua le principali sorgenti emissive e vi applica le misure necessarie a garantire la migliore qualità dell’aria possibile, attraverso l’implementazione delle migliori tecnologie disponibili.
Esso è quindi perfettamente applicabile dal punto di vista tecnico. Come ammesso nei ricorsi delle altre raffinerie siciliane, si tratta di un problema prettamente economico, in quanto sarebbero necessari investimenti di 150-180 milioni di euro entro il 2027. Investimenti che, oltre a ridurre l’inquinamento, aumenterebbero l’occupazione. Sono auspicabili, a tal riguardo, incentivi sulle tecnologie anti-inquinamento delle industrie, nel solco del “Green New Deal” che punta a creare posti di lavoro sanando l’ambiente.

Non si può invece pensare di accontentare l’avarizia (e l’avidità) delle industrie ammorbidendo i limiti emissivi, a discapito di centinaia di migliaia di cittadini che da decenni subiscono sulla propria pelle le conseguenze del grave inquinamento da esse prodotto.
Il Piano della qualità dell’aria dà ai cittadini ed ai lavoratori la speranza di un miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie.
Una speranza che stavolta non dev’essere assolutamente tradita, nè infranta.

Si invita inoltre il Consiglio comunale a prendere posizione affinchè le associazioni, portatori di interessi diffusi, non vengano escluse dal tavolo di confronto con industrie e sindacati.

*Immagine di repertorio*