L’omicidio di Turi Carnevale nel romanzo “Francesca Serio. La madre” di Franco Blandi

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Tra i tanti processi di mafia del passato ce n’è uno, ora lontano nel tempo e dimenticato, che vide uno contro l’altro due avvocati che sarebbero poi diventati, tutti e due, presidenti della Repubblica italiana. Il processo era quello per l’omicidio di Salvatore “Turi” Carnevale, sindacalista e politico ucciso dalla mafia il 16 maggio del 1955, e i due avvocati Sandro Pertini e Giovanni Leone. Pertini, poi presidente della Repubblica dal 1978 al 1985, rappresentava la madre del sindacalista ucciso, Francesca Serio, mentre Leone, presidente dal 1971 al 1978, faceva parte del collegio di difesa degli uomini accusati di aver ucciso Carnevale. Il processo di primo grado ebbe termine nel 1961 con la condanna all’ergastolo dei quattro mafiosi, ma l’appello e la Cassazione assolsero tutti qualche anno dopo. Pertini fu sempre vicino a Francesca Serio, che sempre chiese giustizia per il figlio e divenne nel tempo un’icona del Partito Socialista (il figlio era stato segretario del PSI nel piccolo comune di Sciara, in provincia di Palermo, a pochi chilometri da Termini Imerese). Turi Carnevale era un bracciante e sindacalista socialista, che rivendicava l’applicazione del Decreto Gullo del 1944 (che aveva modificato i patti di mezzadria stabilendo che al contadino spettava il 60% del prodotto) e la Legge di Riforma Agraria n° 104 (che stabiliva che i terreni incolti dovevano essere espropriati e assegnati ai contadini). Leggi in vigore sulla carta ma sistematicamente ignorati dalle autorità e da chi amministrava le vaste proprietà della principessa Giulia Notarbartolo. La vicenda di Turi Carnevale, la sua lotta per i diritti dei contadini e quella della madre per avere giustizia, è raccontata dal punto di vista di Francesca Serio nel romanzo “Francesca Serio. La madre” di Franco Blandi. È un romanzo ma la storia è autentica, tanto che il racconto è corredato di note e di un’appendice fotografica. Il libro è stato pubblicato da Navarra Editore, attivissima casa editrice indipendente siciliana di impegno civile con sede a Palermo. L’autore è fotografo, documentarista e scrittore che in precedenza, sempre per i tipi di Navarra Editore, ha pubblicato “Appuntamento a La Goulette. Le assenze senza ritorno dei 150.000 emigrati italiani in Tunisia” (la storia dell’integrazione pacifica degli italiani, per lo più siciliani, e i tunisini nella metà dell’Ottocento) e “Vittorio De Seta. Il poeta della verità” (sulla vita e l’opera del noto documentarista palermitano). L’occasione per conoscere il romanzo su Francesca Serio è stata la presentazione che si è tenuta nella Sala Convegni Oasi di Barcellona Pozzo di Gotto all’interno delle attività programmate ne L’Oasi del Libro, la fiera degli editori indipendenti siciliani promossa e organizzata da Giambra Editore. La piccola ma preziosa fiera è stata l’occasione per conoscere il vasto e interessante catalogo della casa editrice palermitana, l’editore e l’autore stesso. Ottavio Navarra, editore ed ex-parlamentare, ha spiegato che il libro sta avendo un grande successo, e dopo pochi mesi dall’uscita è già alla prima ristampa, e che si inserisce in un più ampio progetto editoriale di storia al femminile. L’autore ha spiegato la genesi del romanzo, come sia nata in lui l’idea di scrivere questo libro e perché abbia scelto la forma del romanzo e ha spiegato alcuni antefatti poco noti che ha scoperto studiando e approfondendo la vicenda di Turi Carnevale e di “mamma Carnevale” (come poi fu nota Francesca Serio). Franco Blandi ha raccontato di aver conosciuto personalmente Francesca Serio e di essere rimasto conquistato dalla dignità del suo dolore e dalla profonda determinazione. Ha spiegato che solo la forma del romanzo, con la narrazione in prima persona, avrebbe potuto rendere viva e vivida la storia personale di questo grande personaggio. Blandi ha pure raccontato in quale terribili condizioni vivevano i contadini del tempo (pagati solo con un pugno di frumento a giornata) e dell’emigrazione dei braccianti dal messinese al palermitano (Francesca Serio e il figlio venivano da Galati Mamertino, paesino montano a pochi chilometri da Sant’Agata di Militello) dovuta al matrimonio di Giuseppe De Spuches, principe di Galati, con Donna Giulia Notarbartolo dei Principi di Sciara, che portò centinaia di braccianti galatesi a trovare lavoro nelle campagne dei Notarbartolo. La storia del sindacalista Turi Carnevale ispirò il film “Un uomo da bruciare” nel 1962, con Gian Maria Volonté nella parte del protagonista e i fratelli Taviani alla regia, ma adesso sembra dimenticata sia nei luoghi in cui vissero il sindacalista e la madre (Galati Mamertino e Sciara) sia nel resto della Sicilia. Franco Blandi e l’editore Ottavio Navarra si propongono di farla riscoprire perché “la storia di Francesca Serio divenga memoria attiva” e perché dobbiamo renderci conto che molti dei diritti che abbiamo oggi sono il risultato del lavoro e del sacrificio di uomini come Turiddu Carnevale.

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