Da Terme Vigliatore un appello alla legalità, Costantino scrive a Del Sette

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Questione morale, antimafia e legalità. Questi i temi affrontati da Carmelo Costantino, consigliere comunale di Terme Vigliatore, in una lettera inviata al comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, ai prefetti e ai sindaci d’Italia, cui si rivolge nella doppia veste di politico e figlio di carabiniere vittima di mafia, ucciso in servizio 47 anni fa. Uno sfogo valido a tutti i livelli, dalla dimensione nazionale a quella locale, contro un Paese che ha dimostrato di avere un pessimo rapporto con la propria storia e i valori della Repubblica.

“Il sacrificio di pochi – scrive Costantino – non può svanire, non può essere travisato da soggetti che occupano posti di governo, non avendo i requisiti essenziali per poterlo fare. La casa comunale, la polizia municipale, la stazione locale dei carabinieri sono il tassello più vicino ai problemi dei cittadini, rappresentano il primo vero baluardo contro ogni forma di illegalità. Chi con sprezzo della propria vita – continua la nota – ha affrontato il pericolo per amor di patria non può assolutamente consentire che le strutture locali vengano amministrate da persone di dubbia entità morale, evasori, indagati, condannati, persino protestati, che con disinvoltura sfuggono alla giustizia, continuando a delinquere. I cittadini, gli imprenditori, i professionisti che hanno recato danni al patrimonio dello Stato e ai cittadini – osserva il consigliere – non dovrebbero assolutamente amministrare un ente pubblico o un organo di polizia. E chi tace, pur sapendo, si rende complice”.

Costantino si rivolge infine, direttamente, al comandante generale dei Carabinieri affinché “metta in campo le sue energie per liberare gli apparati dello Stato da chi delinque e amministra con spregiudicatezza”, mentre ai prefetti, ai sindaci e ai segretari comunali chiede di accertare ed eventualmente “rimuovere tutte le posizioni anomale che minano il credo nella patria, nelle istituzioni e nella giustizia”.

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