Uscire per fare una passeggiata: niente di più naturale e più scontato. Tutti noi, mi auguro, abbiamo sperimentato questa attività che si pratica nel tempo libero; si esce per fare due passi, magari nel tardo pomeriggio o dopocena, e, a seconda del periodo dell’anno, si possono guardare le vetrine dei negozi, eventualmente si può anche comprare qualcosa, si può camminare sul corso principale del centro oppure su uno splendido lungomare. La passeggiata si può fare da soli, per schiarirsi le idee o per rilassarsi, oppure in famiglia, con gli amici, fermandosi pure per un caffè o un gelato e incontrando altri amici o conoscenti.
Eppure, nonostante per noi italiani il significato della parola “passeggiata” sia palese e la sua realizzazione qualcosa di naturale, così non è per i turisti stranieri che vengono nel Bel Paese e che vedono in quest’attività qualcosa di nuovo, da imparare o addirittura su cui prepararsi, ma, soprattutto, qualcosa che ci caratterizza e che viene chiamata “italian passeggiata”.
In particolare, soprattutto quest’anno al termine delle vacanze estive, si è diffusa in Italia la conoscenza dell’attenzione dei turisti verso questo vero e proprio fenomeno di costume, attenzione presentata, qualche volta, anche con una certa ironia, probabilmente perché ci stupiamo che venga proposta, ai turisti in procinto di partire, come qualcosa di nuovo che si deve preventivamente conoscere. Basta digitare “Italian” sul motore di ricerca di Google ed ecco che tra i possibili completamenti appare la parola “passeggiata”, così come diversi sono i video che la documentano o i siti e i blog di viaggi o magazine on line che la spiegano nel dettaglio. Ed ecco che bisogna fare la prima precisazione: da una piccola indagine compiuta su quattro siti (tre provenienti rispettivamente dal Massachusetts, dall’Indiana e dallo Stato del New York ed uno con origine non identificata) è risultato che nessuna data degli articoli letti, uno per ciascun sito, è recente; ciò significa che questa attenzione verso la nostra passeggiata esiste già da qualche anno, inoltre non emerge un interesse grottesco da parte degli stranieri, ma tanta ammirazione verso un modo di gustare la vita tutto italiano, seppure visto come un carattere tipico e un’esperienza da provare o da osservare, per una conoscenza più approfondita delle tradizioni e della vita locali.
Quindi cos’è questa italian passeggiata? O meglio, cosa dicono di noi? Innanzi tutto bisogna sottolineare che in tutti gli articoli la pratica è spiegata per filo e per segno, in modo corretto – anche con riferimenti storici – e, naturalmente, è vivamente consigliata. Agli stranieri non è sfuggito l’aspetto “visivo” della passeggiata, infatti secondo un blog di viaggi, essa implica “lots of people-watching”, mentre per un altroè un’occasione per “vedere ed essere visti”, per questo, si spiega nell’articolo, la gente generalmente indossa qualcosa di carino (addirittura abiti eleganti al posto di pantaloncini e zaino, sono consigliati sul sito newyorchese per chi volesse praticare questa attività senza passare per un turista); inoltre la passeggiata è descritta come il luogo ideale per attuare il famoso “gioco di sguardi” utile per fare incontri e “conquistare” nuove persone.
E qui si passa ad un altro aspetto della passeggiata che gli stranieri mettono in rilievo, appunto quello relazionale; infatti il suo fascino non è rintracciato tanto “nel camminare o nel paesaggio, ma nel parlare” e ciò, inteso nel senso di un socializzare che coinvolge tutte le generazioni, è considerato anche il modo per definirla più chiaramente e semplicemente. Tuttavia, bisogna dire che il conversare non viene visto sempre in modo proprio positivo, infatti, senza esprimere giudizi, un blog di viaggi afferma che lungo la strada “ci si ferma per scambiarsi pettegolezzi mondani”, ma anche per parlare di politica, di calcio o… del matrimonio di qualcuno, mentre fare i complimenti ai genitori con i neonati è considerato un must!
Invece un’altra caratteristica legata all’italian passeggiata è esclusivamente positiva ed è anche quella per cui siamo più ammirati: la capacità di apprezzare e dar valore alle cose semplici, trasformando la vita “in una forma d’arte”, come scrivono dal Massachusetts, dando il giusto valore alla famiglia e al lavoro e sapendo conservare le nostre tradizioni. Proprio relativamente a quest’ambito più volte negli articoli appare l’invito ad imitarci, facendo tesoro dei momenti speciali della vita, insieme all’avverbio “lentamente” che accompagna l’azione del camminare e che suggerisce, appunto, l’idea di accorgersi e assaporare ciò che si fa.
Infine si consiglia ai turisti di considerare i benefici fisici e psicologici derivanti dal partecipare alla passeggiata, ritenuta capace di mantenere le persone attive, anche mentalmente, più a lungo nella vita; addirittura sedersi in una piazza all’aperto o guardare dalla finestra dell’hotel mentre gli italiani procedono durante il loro tempo libero sarebbe altrettanto terapeutico come l’atto stesso del camminare… È vero, quest’ultima affermazione fa un po’ sorridere, ma siamo sicuri di essere completamente in disaccordo con essa?