La recente emergenza pandemica ha fatto emergere con ancor più vigore il problema della carenza di personale medico e paramedico. Lo Stato italiano ha dunque deciso di rafforzare l’entourage ospedaliero, impiegando anche personale sanitario non ancora specializzato. Cessata la contingenza, il problema permane: i medici ospedalieri sono costretti a turni massacranti e spesso in alcune Regioni, soprattutto quelle del sud, i nosocomi sono al collasso e rischiano la chiusura.
Ma siamo certi che non ci sia soluzione?
In Italia oggi ci sono circa 20 mila medici extracomunitari e, di questi, solo il 10% riuscirà a lavorare nel Sistema Sanitario Nazionale. Il motivo è semplice: l’inserimento nel SSN richiede un preventivo riconoscimento del titolo di studio (Laurea in Medicina o specializzazione) conseguito nel Paese di provenienza; procedura spesso complessa e farraginosa.
La strada si rileva ancor più in salita quando il titolo proviene da una Università Mediorientale o, più in generale, appartenente al Mondo Islamico, poiché si tende erroneamente a pensare che il medico arabo abbia una formazione inferiore, meno idonea e lontana dai parametri occidentali. A fare il quadro della situazione e raccontarlo a 24live.it è l’avvocato Lolla Mazzeo che ormai da anni si concentra su importanti questioni riguardanti la tutela dei diritti umani e in particolare il diritto allo studio e al riconoscimento dei titoli extra UE.

“Non vi è nulla di più falso di questa prassi che vede i medici extracomunitari in deminutio rispetto a quelli occidentali e o italiani, posto che Università come quelle Egiziane, della Cisgiordania o di Israele offrono corsi, peraltro attivati in due o più lingue, offrono una preparazione completa ed adeguata incentrata su un monte ore equivalente se non superiore a quello italiana, caratterizzato inoltre da una pratica che inizia già dal secondo anno. E’ qui che si incardina la mia attività – continua l’avv. Mazzeo – Dopo aver studiato minuziosamente la procedura e aver partecipato a master sulla tutela dei diritti umani ed in particolare sulla tutela del diritto allo Studio, ho iniziato ad offrire la mia consulenza ai medici extra UE che attendevano da anni il riconoscimento delle proprie lauree in Medicina. Questi spesso tardano ad arrivare anche se la documentazione è completa e il percorso di studio impeccabile. Probabilmente anche la querelle politica sull’immigrazione clandestina, argomento molto diverso ma spesso confuso, e le vicende legate al terrorismo islamico hanno fatto sì che il Ministero della Salute fosse sempre più diffidente verso i medici arabi che invece possono apportare un contributo unico nel Nostro Paese, sia per numero che per competenze”.
L’attività dell’avvocato Mazzeo culmina in ricorsi al TAR Lazio, sede competente territorialmente, ove, fino ad oggi, ha sempre trionfato, fornendo nient’altro che le prove dell’idoneità del percorso di studi e della completezza della documentazione, così come ottenuta dalle varie Ambasciate del Mondo.
L’ultima pronuncia ottenuta
L’ultima grande vittoria in ordine di tempo riguarda una giovane pediatra tunisina residente a Trapani, alla quale il Ministero della Salute aveva ingiustamente negato il riconoscimento della laurea in Medicina conseguita in Senegal: ella avrebbe piuttosto dovuto sostenere ben 7 ulteriori esami universitari. ” La dottoressa è diventata cittadina italiana e ha offerto il suo prezioso contributo presso l’Ospedale di Marsala durante la fase emergenziale. Sarebbe stato ingiusto scartare una professionista come lei e il TAR Lazio – Roma sezione III quater ci ha dato ragione”.