La cabina di regia del Ministero della Sanità ha ufficializzato il ritorno in zona gialla per la Sicilia. I dati delle ospedalizzazioni in costante crescita (20 per cento dei posti letto ordinari e 12 per cento di quelli in terapia intensiva) hanno fatto scattare le nuove restrizioni, che in realtà sono davvero minime rispetto alla zona bianca.
Si dovrà infatti indossare la mascherina anche all’aperto e nei locali si potrà stare al tavolo fino ad un massimo di quattro persone. Saranno penalizzate soprattutto le sale sommesse, che torneranno a chiudere, e le palestre al chiuso, che dovranno chiudere a differenza di quelle all’aperto che rimarranno aperte.
Secondo quando dichiarato dall’assessore regionale alla sanità Ruggero Razza alla trasmissione di Rai3 Agorà, la Sicilia paga il grande afflusso di turisti (l’8 per cento di presenze in più rispetto al 2019 l’ultima estate pre-pandemia) e la bassa adesione alla vaccinazione di una fetta consistente dei siciliani. L’isola è infatti tra le ultime nella classifica della percentuale dei vaccinati, di poco superiore al 55 per cento con doppia dose e del 70 per cento con una dose. “Abbiamo raggiunto ieri il 70% di prime vaccinazioni con un ritardo rispetto al resto del Paese. La Regione – ha ribadito Razza al Tgs – ha messo in campo di tutto: 200 punti vaccinali, i medici di medicina generale, le farmacie, le campagne di vaccinazione di prossimità; ma c’è una quota di cittadini che forse si sta svegliando soltanto adesso. Ci troviamo in una regione in cui una minoranza, forse perché inconsapevole e faremo di tutto per renderla consapevole, non si è ancora vaccinata, ma che non può condizionare la vita sociale della maggior parte dei cittadini che invece si è vaccinata, che vuole ritornare alla normalità, e soprattutto non può condizionare la vita economica e sociale di un territorio”.