#25novembre, l’appello di D.i.Re e lo slancio verso il cambiamento

- Attualità

Slut-shaming significa far sentire una donna colpevole o inferiore per determinati comportamenti o desideri sessuali che si discostino dalle aspettative.

Victim blaming è colpevolizzazione della vittima e consiste nel ritenere la vittima di un crimine o di altre sventure parzialmente o interamente responsabile di ciò che le è accaduto e spesso nell’indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi.

Revenge porn è vendetta porno e indica la condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite internet senza il consenso dei protagonisti degli stessi. In alcuni casi, le immagini sono state immortalate da un partner intimo e con consenso della vittima, in altri senza che la vittima ne fosse a conoscenza. 

Queste sono tre delle innumerevoli molestie a cui le donne possono essere sottoposte e a ricordarcelo è state negli ultimi giorni l’ influencer Chiara Ferragni. Nel mondo, le battaglie proseguono e il Covid-19 conosciuto come il virus della paura ha dato l’assist al diffondersi e al rinvigorirsi di alcune piaghe sociali, purtroppo.

È del 2020 l’incremento della richiesta di aiuto pari all’87% in più delle chiamate usuali alla rete nazionale antiviolenza D.i.Re. A parlarcene è stata Antonella Veltri, presidente della rete nazionale dei centri antiviolenza e ricercatrice del CNR che ci invita alla riflessione dei dati, considerando anche quel 20-22% di donne, pochissime, a proseguire un percorso giudiziale.

“La scarsa fiducia nella giustizia, insieme all’assordante silenzio delle donne all’inizio del lockdown e all’impennata conseguente, dopo la campagna di comunicazione che le tranquillizzava sulla nostra presenza, dovrebbe imporci una riflessione profonda. Il nostro sistema giudiziario, spesso, fa victim blaming costringendo chi ha subito violenza a dover dimostrare di non essere stata lei a provocarla

Antonella-Veltri #25novembre, l'appello di D.i.Re e lo slancio verso il cambiamento
Antonella Veltri

Lo ha dichiarato la Veltri che è stata, in rappresentanza di D.i.Re, promotrice e coordinatrice del Position Paper “Il cambiamento che vogliamo”, insieme a: AMICA – Associazione medici italiani contraccezione e aborto, ANDE – Associazione nazionale donne elettrici, AOI – Associazione delle ONG italiane – Cooperazione e solidarietà internazionale, ARCI Nazionale, Aspettare stanca, Casa internazionale delle donne – Roma, Centro di documentazione e informazione sulla salute di genere – Brescia,  Centro Universitario di Studi sulla Medicina di Genere – Università di Ferrara GMC-UNIFE,  Centro di Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria, Concord Italia, GenPol – Gender & Policy Insights – Cambridge (UK) e Napoli, Network Italiano Salute Globale, Noi Rete Donne, Pane & papaveri, Prima gli esseri umani, Step Up! Campaign – WAVE, Telefono Rosa Piemonte – Torino, Terni Donne – Casa delle donne di Terni, UIL – Coordinamento pari opportunità, WAVE – Women Against Violence Europe, WOMEN – Women of the Mediterranean and Eastern Europe Network. Un volume di 40 pagine che spazia su 7 aree critiche del tema, quali: sviluppo inclusivo, crescita condivisa e lavoro dignitoso; povertà, protezione sociale e servizi sociali; violenza maschile contro le donne; partecipazione, accountabilitye istituzioni gender-responsive; società pacifiche e inclusive; protezione, conservazione e rigenerazione dell’ambiente; istituzioni e meccanismi per l’uguaglianza di genere.

E’ stata un’esperienza difficile ma molto soddisfacente che ci ha permesso di fare il punto e presentare alla società civile e alle Istituzioni un Position Paper illuminante. Uno spunto di riflessione e una chiara constatazione che la violenza di genere si può sconfiggere. Questo è anche il mio messaggio per il 25 novembre: – aggiunge Antonella Veltri – dobbiamo impegnarci a costruire una rete che possa prevenire la violenza di genere e intervenire efficacemente qualora si presenti la necessità. Per farlo, tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, nessuno escluso”.

Il 2020 è stato teatro di moltissime storie di cronaca nera, come quella di Lorena Quaranta o quella di Hanan al-Barassi e di moltissime altre. Ma sono anche tante le storie di speranza come quella di Janet Yellen e Kamala Harris, insieme a tutto quell’esercito di donne volontarie impegnate a titolo gratuito a fornire assistenza, sostegno, aiuto e solidarietà nel contrasto alla violenza per ricostruire l’esistenza di chi è rimasta vittima, ma ha ancora una vita.

“I forti segnali di slancio al cambiamento e di esempio che vengono dall’America, possono essere da traino per le nuove generazioni in cui ripongo moltissima speranza e fiducia” – ha dichiarato Antonella Veltri con un pensiero affine e in sintonia con le riflessioni della maggior parte di noi.

Sperare nelle prossime generazioni è d’obbligo, agire immediatamente affinchè le cose cambino è essenzialmente necessario.