Spesso negli studi di psicologi, psicoterapeuti, medici, arrivano pazienti che credono di soffrire di attacchi di panico, confondendoli con degli stati d’ansia. Dal punto di vista clinico, panico e ansia hanno caratteristiche diverse e sintomi specifici, che è bene conoscere per poter attivare delle risposte appropriate.
Paura, Panico, Ansia
Il sentimento di paura appartiene alla vita e, anche se tendiamo a dargli una connotazione negativa, è molto importante in quanto auto-segnale necessario per la sopravvivenza e per l’integrità dell’Io. Quando la paura supera una certa soglia, diventa terrore, poi, panico, in quest’ultima condizione il soggetto vive una sensazione di morte imminente, un timore improvviso e irrefrenabile che non gli permette di valutare la situazione o di trovare soluzioni. Spesso la reazione al panico è il freezing (immobilizzazione-congelamento), una reazione difensiva di isolamento dalla realtà (percepita come pericolosa), meccanismo simile a quello di alcuni animali che si fingono morti per ingannare il predatore.
L’ansia, invece, è descritta come una sensazione di malessere intenso, una preoccupazione per un evento imminente o futuro. Può avere connotazioni positive in alcune situazioni perché prepara il soggetto ad affrontare l’evento aumentando l’attenzione e la concentrazione (es. esame, colloquio di lavoro), diventa invalidante, invece, quando la preoccupazione è eccessiva rispetto all’evento o è immotivata.
Se supera il limite del funzionamento adattivo della persona, si parla di disturbi d’ansia.
Che cos’è l’Attacco di Panico
la caratteristica principale dell’attacco di panico è la sua comparsa, arriva come un fulmine a ciel sereno e non ha connessione con la realtà, non vi è un pericolo reale imminente. Destabilizza totalmente la persona che non riesce a capire cosa gli sta accadendo. Nella sua breve durata, di pochi minuti, rompe l’equilibrio psico-corporeo tramite una scarica di noradrenalina nel sistema nervoso. La noradrenalina è un ormone che viene rilasciato in situazioni di stress psico-fisico e comporta una risposta corporea di allarme, negli attacchi di panico la sua scarica è così alta da provocare: palpitazioni o tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori o scossa, sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea, dolori addominali, sensazioni di torpore o formicolio, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di impazzire o di morire.
Ansia o Attacco di panico?
La durata dell’attacco di panico è una discriminante importante rispetto agli stati di ansia, oltre all’intensità. Gli stati di ansia sono meno intensi e possono durare a lungo. Altro elemento di distinzione è che gli attacchi di panico non sono correlati ad un evento esterno, sono improvvisi e non prevedibili.
Paura della Paura
Data la forte sofferenza e disagio provati in quei momenti, i soggetti che soffrono di attacchi di panico, iniziano a sviluppare una paura per quando e dove potrà avvenire il prossimo attacco di panico. Questo li porta a evitare tutte quelle situazioni che immaginano possano scatenare attacchi di panico, iniziano a limitare in modo consistente la vita.
Quando gli attacchi di panico diventano ricorrenti e sussiste una preoccupazione persistente di averne altri e rispetto alle implicazioni che possono comportare e vi è un radicale cambiamento della quotidianità. si parla di Disturbo di Panico (DSM V).
In queste situazioni è importante un aiuto psicoterapico associato a un farmaco antidepressivo (sotto prescrizione medica) che aiuta nella gestione degli allarmi interni. Il primo passo è quello di prenderne consapevolezza e recuperare la capacità critica “mettendo occhi” sul proprio sé.
Dott.ssa Eleonora Abbate
Psicologa – approccio corporeo analitico reichiano
Come riconoscere l’attacco di panico
Spesso negli studi di psicologi, psicoterapeuti, medici, arrivano pazienti che credono di soffrire di attacchi di panico, confondendoli con degli stati d’ansia. Dal punto di vista clinico, panico e ansia hanno caratteristiche diverse e sintomi specifici, che è bene conoscere per poter attivare delle risposte appropriate.
Paura, Panico, Ansia
Il sentimento di paura appartiene alla vita e, anche se tendiamo a dargli una connotazione negativa, è molto importante in quanto auto-segnale necessario per la sopravvivenza e per l’integrità dell’Io. Quando la paura supera una certa soglia, diventa terrore, poi, panico, in quest’ultima condizione il soggetto vive una sensazione di morte imminente, un timore improvviso e irrefrenabile che non gli permette di valutare la situazione o di trovare soluzioni. Spesso la reazione al panico è il freezing (immobilizzazione-congelamento), una reazione difensiva di isolamento dalla realtà (percepita come pericolosa), meccanismo simile a quello di alcuni animali che si fingono morti per ingannare il predatore.
L’ansia, invece, è descritta come una sensazione di malessere intenso, una preoccupazione per un evento imminente o futuro. Può avere connotazioni positive in alcune situazioni perché prepara il soggetto ad affrontare l’evento aumentando l’attenzione e la concentrazione (es. esame, colloquio di lavoro), diventa invalidante, invece, quando la preoccupazione è eccessiva rispetto all’evento o è immotivata.
Se supera il limite del funzionamento adattivo della persona, si parla di disturbi d’ansia.
Che cos’è l’Attacco di Panico
la caratteristica principale dell’attacco di panico è la sua comparsa, arriva come un fulmine a ciel sereno e non ha connessione con la realtà, non vi è un pericolo reale imminente. Destabilizza totalmente la persona che non riesce a capire cosa gli sta accadendo. Nella sua breve durata, di pochi minuti, rompe l’equilibrio psico-corporeo tramite una scarica di noradrenalina nel sistema nervoso. La noradrenalina è un ormone che viene rilasciato in situazioni di stress psico-fisico e comporta una risposta corporea di allarme, negli attacchi di panico la sua scarica è così alta da provocare: palpitazioni o tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori o scossa, sensazione di soffocamento, dolore o fastidio al petto, nausea, dolori addominali, sensazioni di torpore o formicolio, derealizzazione o depersonalizzazione, paura di perdere il controllo o di impazzire o di morire.
Ansia o Attacco di panico?
La durata dell’attacco di panico è una discriminante importante rispetto agli stati di ansia, oltre all’intensità. Gli stati di ansia sono meno intensi e possono durare a lungo. Altro elemento di distinzione è che gli attacchi di panico non sono correlati ad un evento esterno, sono improvvisi e non prevedibili.
Paura della Paura
Data la forte sofferenza e disagio provati in quei momenti, i soggetti che soffrono di attacchi di panico, iniziano a sviluppare una paura per quando e dove potrà avvenire il prossimo attacco di panico. Questo li porta a evitare tutte quelle situazioni che immaginano possano scatenare attacchi di panico, iniziano a limitare in modo consistente la vita.
Quando gli attacchi di panico diventano ricorrenti e sussiste una preoccupazione persistente di averne altri e rispetto alle implicazioni che possono comportare e vi è un radicale cambiamento della quotidianità. si parla di Disturbo di Panico (DSM V).
In queste situazioni è importante un aiuto psicoterapico associato a un farmaco antidepressivo (sotto prescrizione medica) che aiuta nella gestione degli allarmi interni. Il primo passo è quello di prenderne consapevolezza e recuperare la capacità critica “mettendo occhi” sul proprio sé.
Dott.ssa Eleonora Abbate
Psicologa – approccio corporeo analitico reichiano