L’arresto per estorsione. Si aggrava la posizione di Crisafulli

- Cronaca, Primo Piano

L’estorsione alla rivendita di automobili, scoperta dai carabinieri di Barcellona, con l’arresto in flagranza del trentenne incensurato Alessandro Crisafulli, non è un episodio isolato, ma si innesca in un sistema organizzato del racket delle estorsioni, che da anni condiziona l’economia del comprensorio tirrenico.

Gli inquirenti sarebbero arrivati a questa conclusione ed in questo caso si aggraverebbe la posizione del giovane Crisafulli, difeso dall’avvocato Paolo Pino, perché non avrebbe operato da solo, ma in quanto inserito in un’organizzazione direttamente coordinata dalle famiglie barcellonesi. Gli investigatori, che hanno agito attraverso intercettazioni ambientali, senza il supporto della denuncia della vittima, sono arrivati a scoprire l’estorsione dopo giorni di pedinamenti allo stesso Crisafulli. Giovedì sera lo hanno bloccato in contrada Bartolella nei pressi dell’Ospedale Cutroni Zodda con la mazzetta da 2 mila euro, che gli era stata consegnata poco prima dal venditore di macchine. L’inchiesta è stata affidata alla Procura della Dda di Messina, riconoscendo l’aggravante mafiosa dell’azione scoperta dai militari dell’Arma.

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