È stato presentato ieri, domenica 16 marzo, presso la libreria Gutenberg di Barcellona P.G., il libro di Andrea Italiano “Salvatore De Pasquale da Messina. Prima ricognizione critica delle opere”. Il volume ha il merito di mettere in luce la figura poco conosciuta di Salvatore De Pasquale, pittore messinese della prima metà del ‘900 che, con il suo eclettismo, seppe interpretare e far proprie le diverse spinte culturali del periodo in cui operò, in un momento storico denso di eventi.
Durante l’incontro, oltre all’autore, sono intervenuti Andrea De pasquale, Direttore generale MIC, ed Alessandro Mancuso, editore e fotografo delle opere presenti nel libro. I relatori, in un affascinante intreccio tra storia, arte e cultura hanno delineato la figura dell’originale artista; in particolare il dott. Andrea De Pasquale ha tracciato le origini della numerosa ed antica famiglia De Pasquale, discendente da mercanti catalani che, arrivati in Sicilia dopo la prima fase del Vespro, si stabilirono a Messina riuscendo anche ad inserirsi nel suo patriziato. La famiglia di imprenditori ebbe particolare fortuna tra la fine del Settecento e nel corso dell’Ottocento operando nel campo della lavorazione e commercio delle essenze agrumarie e di gelsomino che venivano esportate persino in Provenza. Salvatore De pasquale fu l’unico a non seguire l’attività dei suoi avi; nato a Messina nel 1887, si formò in una scuola di disegno finanziata dal Comune, in un periodo in cui, come ha affermato il critico d’arte Andrea Italiano, l’arte aveva una funzione originale ed utile, serviva a vari copi ed era uno sbocco di mestiere; e proprio una delle sue caratteristiche, ha continuato l’autore, è stata quella di essere “un abilissimo disegnatore che si distingueva per la pulizia e la perfezione del tratto”. La sua formazione continuò poi a Roma e a Venezia nel clima del Liberty internazionale; ritornato in Sicilia, a Taormina aprì una galleria d’arte permanente e si distinse come ritrattista e paesaggista, ma si dedicò anche allo studio degli usi e costumi dei contadini. La sua arte ha continuato ad evolversi fino ad approdare, negli anni ‘40 a Roma, allo stile neorealista. De Pasquale Finì la sua vita a Messina dedicandosi a realizzare copie di qualità. Prima della morte, che avvenne nel 1947, donò al museo di Messina sei quadri e cento disegni che sono custoditi a Villa De Pasquale. Dell’artista messinese ci rimangono numerose opere, tra cui le lunette della chiesa di Sant’Antonio Abate e di San Luca a Messina, ma, dalla pubblicazione del libro, e quindi dalla prima ricognizione delle sue opere, si stanno scoprendo ulteriori dipinti.