Sabato 7 giugno a Palazzo D’Amico è stata presentata la raccolta di poesie “Pizzini di puisìa” di Elisa La Rosa.
Ad aprire la presentazione del libro è stata Giulia Carmen Fasolo, direttrice editoriale delle Edizioni Smasher che ha moderato la serata. Per i saluti istituzionali era presente Lydia Russo, assessore ai Beni Culturali e all’Istruzione del Comune di Milazzo. Subito dopo è intervenuto il presidente dell’Associazione Culturale “FilicusArte” Giuseppe Giunta, che ha ringraziato l’Amministrazione di Milazzo per l’accoglienza, ha parlato dell’attività di Elisa La Rosa come segretaria e perno importante dell’associazione e brevemente delle attività svolte sul territorio dalla FilicusArte, a partire dal 2011 anno di fondazione. Ha preso, quindi, la parola il prof. Giuseppe Anania (già sindaco di San Filippo del Mela e persona di grande cultura, oltre ad uno dei padri fondatori della FilicusArte), autore della prefazione del libro.
Successivamente ha preso la parola la prof.ssa e poetessa Maria Morganti Privitera, autrice della postfazione del libro. A concludere la serata l’autrice Rosa Elisa La Rosa che, visibilmente commossa, ha ringraziato tutti gli intervenuti, l’editrice Giulia Carmen Fasolo e l’assessore Lydia Russo per la presenza e per l’amicizia. Durante gli interventi sono state lette dal poeta Enzo Ragno alcune poesie contenute nella silloge.
“Con questa raccolta – si legge in un commento scritto dal prof Russotti – Elisa La Rosa compie un gesto poetico e umano insieme: restituisce voce, corpo e dignità a una memoria personale che si intreccia profondamente con quella collettiva. La sua poesia nasce da un’urgenza interiore e si esprime attraverso il vernacolo siciliano – quello della Piana di Milazzo, con inflessioni messinesi – usato non come semplice vezzo linguistico, ma come autentico strumento di verità.
I suoi pizzini – piccoli foglietti di poesia sparsi, raccolti e ordinati quasi per necessità affettiva – sono testimoni discreti ma intensi di una vita interiorizzata e raccontata senza filtri.
Nel componimento che dà il titolo alla raccolta, Pizzini di puisìa, l’autrice riflette sul senso stesso della scrittura poetica. I suoi pizzini sono frammenti di vita che oscillano tra confessione, canto e meditazione, con una consapevolezza che nasce dalla fatica e dalla verità, in cui la sofferenza diventa cammino verso la speranza”.
Tra i testi più intensi spicca “L’eredità”, dedicato alla madre, anch’essa poetessa. Qui Elisa La Rosa riflette sul legame profondo tra generazioni e sul peso – affettuoso ma solenne – dell’eredità poetica ricevuta.
“Pizzini di puisìa” è una raccolta da leggere a cuore aperto: non pretende di spiegare la vita, ma la racconta con umanità e pudore. Ed è proprio per questo che resta dentro.