Il Tribunale di Barcellona P.G in composizione collegiale penale, presidente dott. Antonino Orifici, giudici a latere Noemi Genovese e Mariacristina Polimeni, ha assolto il 41enne barcellonese F. S. dai reati di maltrattamenti in famiglia aggravati dall’essere stati commessi in danno dell’ex moglie, e dei tre figli minori della coppia, con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Il Pubblico Ministero aveva invece richiesto la condanna ad anni 5 di reclusione in carcere, oltre le pene accessorie.
L’uomo era accusato d’aver sottoposto la moglie, per più di due anni, ad abituali sofferenze fisiche e morali mediante reiterate offese, umiliazioni, minacce e violente aggressioni fisiche con schiaffi e pugni alla testa e al volto. I comportamenti violenti sarebbero stati causati dalla sua esasperante gelosia, senza farsi scrupolo di picchiarla alla presenza dei bambini che rimanevano traumatizzati, quali vittime di violenza assistita.
In più occasioni, la donna sarebbe stata costretta a cambiare le lenzuola del letto matrimoniale. Secondo l’accusa, l’uomo insinuava che fossero “sporche delle porcherie che aveva fatto con l’amante”, accusandola persino d’avere una relazione con il proprio legale. Questo il motivo per cui l’avrebbe attesa davanti allo studio e, trascinandola in macchina, l’avrebbe colpita più volte, cagionandole molteplici ematomi su tutto il corpo.
L’uomo, difeso in giudizio dall’Avv. Fabio Marchetta, è riuscito a dimostrare ben altra realtà.
Attraverso l’audizione di oltre 20 testimoni che hanno ricostruito la vita della coppia e la personalità della moglie, la produzione di certificati medici attestanti lesioni da taglio presenti sul corpo del marito, fotografie ritraenti numerose ferite ed ecchimosi inferte negli anni, è emerso che, contrariamente a quanto denunciato, la donna era solita percuotere marito, minacciarlo con coltelli da cucina in presenza dei bambini, sequestrargli il telefonino e le chiavi dell’abitazione coniugale, al fine di esercitarne il totale controllo, così scatenando volenti litigi quando il marito non si piegava alle sue richieste.
Grazie anche ad una perizia informatica sullo smartphone in uso all’imputato effettuata dal consulente della difesa dott. Massimo Mendolia, si sono riusciti a recuperare oltre 1700 sms whatsapp che erano stati cancellati ed alcune conversazioni ambientali registrate dall’imputato. Così ,è stato altresì possibile accertare la morbosa gelosia della donna che non accettava la fine del rapporto e il suo comportamento incoerente che ha caratterizzato i fatti. Tra i taniti episodi, in un’occasione, la donna, dopo essersi recata in lacrime al centro antiviolenza “Frida” per le presunte violenze subite, nello stesso giorno accompagnava i figli al mare vessando continuamente l’ex marito tramite messaggi e accusandolo di diversi tradimenti.
Attraverso la testimonianza di alcuni Carabinieri intervenuti per una presunta lite tra i coniugi, si è pure potuto accertare che almeno in una occasione, le lesioni certificate alla donna il giorno successivo dal pronto soccorso, non potevano essere state provocate dal marito, in quanto lo stesso era stato allontanato la sera prima proprio dai militari intervenuti e non aveva più rivisto la moglie.
L’audizione degli psicologici del Servizio Sociale cittadino e delle maestre dei tre bambini, ha anche escluso la presenza sui minori di qualsiasi trauma riconducibile ad atti di violenza assistita.
Il Tribunale pertanto, accogliendo tutte le richieste dell’Avv. Marchetta, ha assolto l’imputato da ogni accusa.