Il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto il non doversi procedere perchè il fatto non sussiste. Si è conclusa così una vicenda tra un 39enne accusato d violenza sessuale da una ragazza, all’epoca dei fatti minorenne.
L’accusa
L’uomo si è trovato al banco degli imputati a dover rispondere di violenza sessuale aggravata e in particolare “per il reato previsto e punito agli artt. 81 cpv., 609 bis e 609 ter co. 1 n.5 c.p. perché, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, con minaccia consistita nel prospettare alla minore che se non avesse avuto dei rapporti sessuali con lui, avrebbe inviato le conversazioni tra loro intercorse al di lei fidanzato, e con violenza consistita nell’afferrarle con forza le mani impedendole il movimento, costringeva la predetta minore a subire rapporti sessuali completi. In particolare, in tre circostanze, dopo aver condotto la persona offesa in luoghi isolati e segnatamente nei pressi del lungomare di Milazzo, in località Spinesante di Barcellona P.G. e in località Tonnarella di Fumari, Le baciava il collo e le labbra, le toccava il seno e, bloccandole le mani, le sfilava i vestiti per poi consumare un rapporto completo“.
Queste le accuse mosse dalla persona offesa, rivelatisi non corrispondenti nel corso dell’udienza preliminare.
I fatti
Il tutto nasce da una denuncia datata luglio del 2020 per fatti risalenti, però, ad un anno prima. La presunta vittima, al tempo dei fatti minorenne, aveva fornito una versione rivelatasi non corrispondere al vero. Quello che infatti è emerso dall’acquisizione dei tabulati telefonici è una versione dei fatti completamente diversa, dal quale si evincono condotte opposte. Ad esempio, sarebbe stata lei, in poco tempo, a raggiungere le 450 telefonate nei confronti dell’imputato e non viceversa.
Parimenti, la denunciante ha affermato che di alcuni fatti era a conoscenza l’attuale fidanzato – un cittadino straniero – ascoltato come persona informata sui fatti, dalla cui deposizione è emersa invece una verità dissimile da quanto raccontato dalla presunta vittima, senza fare alcun riferimento alle presunte violenze sessuali subite dalla signora.
La sentenza di non luogo a procedere
Le smentite provenienti dai tabulati e quelle emerse dalle deposizioni dell’attuale fidanzato riguardo alle accuse nei confronti dell’imputato, difeso dall’avv. Sebastiano Campanella, hanno indotto il Tribunale a ritenere non responsabile l’imputato ed emettere sentenza di non luogo a procedere perchè il fatto non sussite. Il Gup, dr Sidoti, durante l’udienza discussa a dicembre – dopo un preciso rilievo avanzato dall’avv. Sebastiano Campanella per l’imminente entrata in vigore della Riforma Cartabia che ha modificato l’art. 425 c.p.p. rispetto alla valutazione di ragionevole previsione di condanna – ha ritenuto opportuno il rinvio per repliche formali fino all’udienza di ieri che ha scagionato l’imputato.