Focus 24live, il Teatro di Giuseppe Pollicina a 40 anni dal suo esordio da attore

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La città di Barcellona Pozzo di Gotto ha sempre un talento nel cassetto e un anniversario da celebrare. Questo, scoperto per caso, riguarda un personaggio noto nella Città del Longano: Giuseppe Pollicina.

Ai microfoni di 24live.it, l’attore si è raccontato e ha raccontato anche il teatro, quello che è stato per lui e ciò che, grazie alla sua esperienza, ha maturato. Di seguito, l’intervista.

40 anni da attore di teatro, come sta andando questa avventura? Riesci a fare un bilancio fin qui

Quarant’anni sono tanti ma se ti volti a guardarli sembrano passati in un attimo. Io in realtà ho fissato la data del mio debutto al 28 Dicembre del 1983, perché quella è stata la prima volta che ho avuto un compenso per recitare, un mini contratto che mi fece sentire “importante” in un periodo in cui era impensabile considerare un lavoro fare l’attore. Però hai ragione tu che la prima vera volta sul palco è stata il 15 Marzo del 1983 al cinema Corallo con “Gatta ci cova”. Un cast che comprendeva veramente tanti attori legati alla storia del nostro teatro.

Come sta andando mi chiedi? Bene, perché se consideriamo il periodo durissimo legato alla pandemia, stiamo vivendo una lenta ripresa, si rivede la gente a teatro e nei concerti, ma manca ancora qualcosa. Avevo pensato di smettere dopo questo periodo storico ma la voglia di trasmettere e la volontà di ferro dei ragazzi del laboratorio, determinati a proseguire il loro percorso, mi ha convinto ad andare avanti ancora un po’.

Bilanci non ne faccio, ma ho la consapevolezza di avere seminato tanto, il mio bilancio in attivo sono tutti i ragazzi e le ragazze che oggi sono diventati uomini e donne d’arte.

Hai debuttato a Barcellona? Hai sempre recitato qui e nei dintorni? Com’è cambiato il tuo pubblico?

Diciamo che da Londra al sud della Sicilia almeno 500 fra teatri e piazze diverse li ho visitati. Tutti luoghi che ancora amo ricordare legando ad ogni posto un aneddoto o un’emozione diversa.

Il pubblico è cambiato forse nella consapevolezza, non scelgo più gli spettacoli per avere pubblico, ma li scelgo per lasciare una traccia nell’anima di chi va a vedere un evento artistico.

La recitazione come arte, ma anche come modus vivendi. Cosa dovrebbero sapere quelli che non hanno mai fatto teatro?

Che il teatro ti dà tanto, ti fa crescere, ti mette alla prova, ti regala emozioni uniche e ti dà un motivo per vivere. Contemporaneamente però ti toglie tanto, provare e perfezionarsi, significa dedicare molto tempo al tuo lavoro, tempo che inevitabilmente togli agli affetti, alla famiglia e agli amici.

Giuseppe Pollicina è anche insegnante, punto di riferimento: quanto conta per Giuseppe Pollicina attore questo ruolo?

Direi che è il ruolo principale per me, amo recitare e dirigere ma “formare” è qualcosa di straordinario. Sapere che ad oggi, ho allievi che stanno continuando a studiare nei teatri più prestigiosi d’Italia, è veramente motivo di orgoglio. Andare a vedere i loro spettacoli dà una soddisfazione enorme e ti riempie il cuore.

Quali prospettive future?

Quella di “fermarsi a guardare il mondo”, e spero di avere la forza di farlo. Voglio fermarmi prima che siano gli altri a chiedermelo, prima di accorgersi dei segni del tempo. Ad oggi l’unico obiettivo è quello di restare come esempio, perché è bello così, restare nella memoria di qualcuno è sempre un bene prezioso.

40 anni fa, come ti pensavi oggi?

Elettricista! Non pensavo sicuramente che il teatro avrebbe preso possesso della mia vita. Mi piaceva l’atmosfera delle prove e curavo la mia voce, tentando sempre soluzioni diverse, e questo sin dai mie debutti alla radio nel 1978.
Poi col teatro ho scoperto che la voce non era tutto, c’era la comunicazione non verbale, c’era una faccia, un corpo, delle tecniche per ogni cosa che accade sul palco. Allora l’elettricista si è messo a studiare e non ha ancora smesso.

Facciamo anche un passaggio relativo ai premi? Quale il migliore e quale invece il più emozionante? e perchè?

Non è facile scegliere, il premio migliore sono i bigliettini dei ragazzi lasciati nel camerino o scritti a fine anno, quelle sono tracce di vita che conservo in vetrina e valgono più delle targhe. Se parliamo comunque di premi “ufficiali” vincere nel 2008 il Primo Premio alla Royal Academy of Dramatic Art di Londra durante la manifestazione Teatro Short di Italian Night con “Amicizia” di Edurado De Filippo è stato il riconoscimento più prestigioso.

La cosa più emozionante, ovvero quello che considero il giorno della mia laurea, non è stato vincere un premio, è stato essere chiamato nel 1997 da Dario Fo per fare un lavoro con lui e Giorgio Albertazzi, ecco quello sì che lo considero un “riconoscimento”

C’è qualche messaggio/appello che vuoi fare e di cui non abbiamo parlato?

Un messaggio? Vorrei solo riuscire a regalare quel poco che so alla mia città, ma credo che ormai sia giusto non guardare più nel cassetto dei sogni, ma piuttosto utilizzare quel cassetto per conservare la maschera.

Poi mi piacerebbe vedere sempre collaborazione fra tutte le realtà del nostro territorio, perché, come dico sempre io: “Il teatro è uno”.

L’intervista nella versione video è disponibile sulla nostra pagina Facebook al link:

https://www.facebook.com/24live.it/videos/1159779501351448

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Chi è Giuseppe Pollicina: il suo CV al link seguente http://www.tantiamici.com/images/Curriculum/giuseppe_pollicina_curriculum.htm