Salvatore ed Antonina, insieme da sessant’anni con la determinazione di rimanere uniti

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Si sono presi per mano tanti anni fa e non si sono lasciati più. Oggi Salvatore Carpona, chiamato Ture, di 86 anni e Antonina Presti, detta Nina, di 83 anni, festeggiano le nozze di diamante, circondati dall’affetto dei loro familiari.

Entrambi originari del quartiere di Panteini, si sono conosciuti da bambini. Erano vicini di casa e le due madri, molto legate tra di loro, li conducevano spesso alle varie processioni religiose del paese, alle quali partecipavano tenendosi per mano per paura di perdersi. Non sapevano ancora quanta altra strada avrebbero percorso insieme. Una strada, piena di difficoltà, ma anche di momenti felici trascorsi sempre con la determinazione di rimanere uniti.

Il loro è un amore inossidabile, grazie a due temperamenti diversi che, però, si completano a vicenda: al carattere fiero e deciso di lui si contrappone la dolcezza e la pazienza di lei, che ha permesso alla coppia di non entrare in crisi anche quando il marito è stato costretto ad emigrare all’estero per lavoro.

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Abbandonati gli studi sin da bambini, a causa della necessità di contribuire ai bisogni economici delle rispettive famiglie, Ture iniziò a lavorare nella bottega di un falegname, mentre Nina diventò una brava ricamatrice.

Crescendo Ture incomiciò a provare per l’ex compagna di giochi un sentimento che andava al di là della semplice amicizia, ma non erano i tempi in cui un ragazzo poteva osare avvicinarsi a una coetanea per dichiarare il suo amore. Bisognava parlare col padre e avere da lui il permesso di fidanzarsi. Così escogitò uno stratagemma: con la scusa di un orologio guasto da portare a riparare al fratello di Nina, che faceva l’orologiaio, si presentò a casa di Vito per poi dichiarare, candidamente e con un pò d’imbarazzo, che il suo orologio funzionava perfettamente e che era lì per chiedere la mano della figlia.

I due convolarono a nozze il 2 giugno 1962. Dopo l’arrivo della prima figlia Santina, Ture fu costretto a trasferirsi in Svizzera, da solo, per tredici anni. Un periodo lunghissimo, intervellato solo da brevi ferie estive e, talvolta, da qualche pausa natalizia. Negli anni trascorsi lontano l’uno dall’altra, sono rimasti sempre in contatto, grazie allo scambio di lunghe lettere scritte a mano. Ma il loro amore era forte, molto di più della distanza fisica che li separava, nonostante la quale hanno concepito altre due figlie, Nunziella ed Emanuela. Dopo anni di sacrifici, Ture è ritornato finalmente nella città natale, dove ha intrapreso il lavoro di commerciante ambulante di calzature. La moglie l’ha affiancato in questa nuova avventura, lavorando insieme a lui per molti anni.

Oggi, a sessant’anni dal primo “sì”, i due ultraottantenni sono felici, circondati dall’affetto della loro famiglia, che nel frattempo è stata allietata dall’arrivo di cinque nipotini. Una famiglia che i due coniugi amano riunire in tutte le occasioni di festa e nelle ricorrenze particolari, come quella dell’anniversario del loro matrimonio.