Lunedì 12 luglio al santuario del Carmine la presentazione del libro “O bedda di lu Carminu Maria” di Francesco Lanzellotti

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Un libro documento che ricostruisce le principali tappe e gli aspetti peculiari della chiesa e del convento del Carmine, presenti a Barcellona Pozzo di Gotto dalla seconda metà del Cinquecento. “O bedda di lu Carminu Maria” è il titolo dell’ultimo libro edito da Giambra editori a firma del professore Francesco Lanzellotti, la cui presentazione al pubblico coinciderà con il quarantesimo anniversario della presenza  del convento dei Carmelitani nella città del Longano. A partire dal 12 luglio 1981, infatti, la città gode dell’attività incessante di quattro frati, che hanno sempre operato ed operano alacremente per il bene della comunità.

L’appuntamento per la presentazione dell’opera è lunedì 12 luglio 2021 alle 20 nel santuario del Carmine. Dopo i saluti di padre Alberto Neglia, priore del Carmine, del sindaco di Barcellona Pinuccio Calabrò e dell’assessore alla cultura Viviana Dottore, interverranno in qualità di relatori monsignor Cesare Di Pietro, vescovo ausiliario dell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia e l’autore del libro Francesco Lanzellotti. A moderare l’incontro sarà don Giuseppe Turrisi, parroco della chiesa di San Giovanni Battista.

Il contenuto del libro è molto sintetico e la scrittura agile e lineare. La pubblicazione è inoltre corredata da numerose immagini e fotografie, molte delle quali inedite. Il principale obiettivo dell’opera è, infatti, quello di far conoscere in una forma piacevole ed attraente frammenti della storia di Barcellona Pozzo di Gotto attraverso le riflessioni e i ricordi di molti testimoni diretti di ieri e di oggi. Fonti indispensabili di informazioni per il libro sono gli stessi frati, non esistendo un archivio vero e proprio sul convento e sulla chiesa ed essendo stati trasferiti molti documenti relativi ad essi nell’Archivio Generale Carmelitano di Roma. Testimone ed esperto d’eccezione è, inoltre, anche padre Giuseppe Turrisi, che ha partecipato, fin da ragazzo, alle attività del santuario in qualità di Terziario e ha sempre ricoperto in questi quarant’anni delicati e specifici incarichi.

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