Lui si chiama Enrico Torre ed è un cantante barcellonese che ad appena 25 anni ha raggiunto un traguardo importante di cui potersi vantare. Eh sì, perchè Enrico Torre, da quattro anni trasferitosi a Roma dove scopre il mondo del canto barocco e rinascimentale, fa parte del coro della Cappella Sistina, cioè il coro personale del Papa che si esibisce in tutte le celebrazioni in cui lui è presente. Ed proprio lo scorso 8 dicembre, all’apertura del Giubileo, che Enrico è stato scelto per cantare da solista il Salmo responsoriale, una vera e propria occasione che ha contribuito a scrivere la storia di un talento che dalla città di Barcellona P.G. è arrivato già lontano, molto lontano, a dimostrazione del fatto che chi crede nelle proprie passioni, chi ha fiducia in se stesso e s’impegna a fondo, anche alla presenza di ostacoli e impedimenti, prima o poi non può che ottenere dei risultati.
Adesso Enrico si trova a Roma dove ha studiato, vive e lavora, ma è nella sua città natale che ha trovato le motivazioni che lo hanno spinto alla ricerca di una realizzazione professionale. Cresciuto nella parrocchia di Nasari dove ha iniziato a formarsi, presto lascia lascia la comunità per abbracciare, come lui stesso la definisce, “una realtà meno parrocchiale” entrando a far parte del Coro Ouverture del M°Giovanni Mirabile, grazie al quale matura l’interesse profondo per il canto; una passione che ora ha ritrovato in forma più alta, la più autorevole diremmo, frutto del lavoro intenso in Cappella Sistina. Se di destino si può parlare, è quello toccato in sorte al bravissimo barcellonese, nato talento, protetto da una buona stella che ha saputo riconoscere e coltivare ciò per cui è portato: il canto lirico, e in modo particolare il canto barocco e rinascimentale.
Il ragazzo non scherza in fatto di esperienze: prima del grande evento risalente all’8 dicembre, si è esibito la scorsa estate in un concerto all’Abbazia di Westminster a Londra, e poi, oltre ad aver girato il mondo grazie alle varie attività concertistiche del coro, sempre in Cappella Sistina, insieme ad un mezzosoprano siciliano molto noto, Marianna Pizzolato. Mossi dalla curiosità, lo abbiamo contattato telefonicamente e abbiamo capito dalla voce che Enrico è un ragazzo positivo e propositivo, caratteristiche che sicuramente lo hanno aiutato a raggiungere gli obiettivi desiderati, così, dopo esserci presentati e dopo aver parlato del più e del meno, gli abbiamo rivolto alcune domande.
Qual è stato il tuo percorso di studi?
Enrico Torre: “Canto praticamente da sempre. Tra i primissimi ricordi ci sono le recite nella parrocchia di Nasari, poi i musical, all’Oratorio Salesiano, che hanno cominciato a proiettarmi in una realtà, come dire, “meno parrocchiale”.
Finita la scuola, un pò tardi a dire il vero, ho deciso di iniziare a studiare canto lirico, in vista di un’eventuale ammissione al Conservatorio di Messina. Perché proprio canto lirico? Perché era l’unico genere di canto che si poteva studiare in conservatorio. Intanto, fatta un’audizione, entro a far parte del Coro Ouverture, ed è sicuramente al coro e al M° Giovanni Mirabile che devo gran parte di quello che sono oggi. Lì è nata la mia vera passione per la vocalità classica, la coralità, e soprattutto per il repertorio rinascimentale e barocco. A settembre 2010 vengo ammesso al conservatorio di Messina, dove inizio il mio vero percorso di studi con la Prof. Luisa Pappalardo e il M°Salvatore Messina, al quale devo davvero tanto. Dopo un anno, non facilissimo, decido di tentare la fortuna provando l’ammissione al Conservatorio di Roma, ammissione che non supero, ma che mi dà comunque la possibilità di frequentare dei corsi preaccademici interni al conservatorio. Così mi trasferisco a Roma, e qui, scopro il mondo del canto barocco e rinascimentale, ossia tutto il repertorio che va dal 1400/1500 alla prima metà del 1700.
L’anno dopo ritento l’ammissione al corso di laurea, ma i posti sono solo tre e vengo ancora una volta scartato. Quell’anno è stato decisivo per la mia vita. Ad un passo dal mollare tutto e tornare in Sicilia, durante una visita, il foniatra mi fa notare che le mie corde vocali sono particolarmente adatte al repertorio controtenorile,e mi consiglia fortemente di prendere in considerazione la cosa. Così, dopo notti insonni, passate a decidere se fare o meno questa importante scelta, decido di provare ancora, tentando per l’ultima volta l’ammissione al Conservatorio per l’anno successivo. Così nel Settembre del 2013 mi presento in due posti, come controtenore al conservatorio dell’Aquila dove vengo ammesso con 100/100, e a Roma dove entro come primo classificato, aggiudicandomi l’unico posto disponibile quell’anno. A Roma ho iniziato a studiare prima con Furio Zanasi, e poi con Sara Mingardo, una tra le più grandi interpreti al mondo, per quanto riguarda il canto barocco. Un’altra grande soddisfazione è arrivata l’estate scorsa, quando, superata un’audizione, sono stato selezionato, insieme ad altri 5 cantanti provenienti da Italia, Spagna, Francia e Canada, per un corso di perfezionamento sull’opera del primo seicento, presso il Centre de Musique Baroque di Versailles”.
Cosa si studia in un corso di laurea in canto barocco e rinascimentale?
E.T.: “A parte tutto l’aspetto della tecnica vocale, che è in gran parte uguale a quello del canto lirico belcantistico, si affronta tutto l’aspetto della non facile prassi esecutiva del tempo. Si dà, inoltre, molto più spazio alla formazione musicale in senso stretto, perché nel periodo barocco, e ancor di più in precedenza, i cantanti erano anche degli strumentisti, quindi gli spartiti del periodo davano per scontato che l’interprete avesse delle competenze che il “moderno” cantante lirico non ha più. Per questo motivo, oltre ai normali corsi di solfeggio e armonia, studiamo composizione, basso continuo, clavicembalo e paleografia musicale”.
Cos’è il controtenore?
E. T.: “Come sappiamo, anticamente era molto diffusa la pratica della castrazione, che faceva in modo che i bambini mantenessero la voce “bianca” anche in età adulta. Nati per supplire al fatto che nelle chiese non era permesso alle donne di cantare, i cantori evirati, divennero star indiscusse dell’opera barocca. Da circa 50 anni è esploso l’interesse per tutto il repertorio barocco, e una delle soluzioni che sono state trovate a proposito dell’assegnazione dei ruoli ai castrati, è quella del controtenore (o falsettista, o contraltista/sopranista). Si tratta di un uomo che canta nel suo registro di falsetto, ossia facendo vibrare solo una parte delle proprie corde vocali, ottenendo una vocalità mista molto più simile a quella di una donna. Si tratta di una pratica da sempre esistita nel mondo anglosassone, che in Italia si comincia a riscoprire da qualche decennio. Basti pensare che in un conservatorio con più di mille allievi, come quello di Roma, attualmente io sia l’unico controtenore iscritto, e in tutta italia ce ne saranno forse una decina, veramente in carriera. Esistono, purtroppo, tanti fenomeni da baraccone, brutte copie di soprani, che sviliscono la nostra categoria, favorendo nell’immaginario collettivo un’idea distorta e non professionale del controtenore”.
Come sei arrivato alla Cappela Musicale Pontificia “Sistina”, e quindi a cantare da solista in importani eventi come l’apertura del Giubileo della Misericordia?
E.T.: “Il coro della Cappella Sistina, è il coro personale del Papa, a ha il compito di cantare a tutte le celebrazioni in cui lui è presente. Si tratta del coro più antico del mondo, ed è proprio al suo interno che ufficialmente iniziò, a fine ‘500, e finì, nei primi del ‘900, la storia dei castrati. Oggi sono i bambini a cantare le parti acute, ma l’attuale direttore, Mons. Palombella, nell’ottica di un ritorno all’originale prassi esecutiva rinascimentale, ha pensato di inserire tra le file dei cantori sistini, qualche controtenore che possa cantare, se non le parti dei soprani (che rimangono ancora affidate ai bambini), quelle dei contralti. Così ho fatto un’audizione e sono stato assunto come cantore aggiunto a tempo determinato (quella pontificia, è l’unica cappella musicale Italiana con cantori professionisti stabili, assunti a tempo indeterminato). Da due anni, quindi, canto a tutte le celebrazioni papali, e in occasione di importanti eventi come la chiusura del sinodo dei Vescovi, la veglia di Natale, e l’apertura del Giubileo, appunto, sono stato scelto per cantare da solista il salmo responsoriale. In quei casi, però, non ho cantato con l’impostazione controtenorile, ma con l’emissione naturale che l’occasione richiedeva”.
Quali emozioni hai provato?
E. T.: “Devo riconoscere che, nonostante la diretta in mondovisione, la presenza del Papa, del Presidente della Repubblica e di più di 70.000 persone in piazza, ero molto meno emozionato di quando, anni fa, cantavo il salmo nella mia parrocchia, a Nasari”.
Quali sono i tuoi futuri progetti?
E. T. : “A parte le celebrazioni con il Papa, la Cappella Sistina svolge un’intensa attività concertistica in giro per il mondo. L’anno scorso abbiamo fatto concerti in Cina, Germania, Inghilterra, Polonia, oltre che in importanti teatri italiani; nei prossimi mesi saremo in Ungheria, e di nuovo in Germania. In questi giorni stiamo, invece, incidendo il nostro secondo disco con la Deutsche Grammophon (una delle etichette discografiche più importanti al mondo).
Io, nei limiti del tempo disponibile, cerco di portare avanti anche una mia carriera personale. Ad Ottobre ho debuttato al Teatro di Modena nella Doriclea di A. Stradella; a Gennaio, invece, sono stato solista nel Requiem di B.Rubino, all’International Baroque Festival di Malta, e proprio oggi, è uscito un disco che avevo inciso l’anno scorso per l’etichetta Brilliant. Intanto, l’obiettivo principale rimane sicuramente la laurea a Luglio e gli ultimi esami da dare, poi un bel mese di vacanza a casa e a Settembre…si vedrà”.
Nell’immagine in evidenza Enrico durante una prova in Cappella Sistina con Cecilia Bartoli, una delle cantanti barocche più famose al mondo.