Che fine hanno fatto i soldi ricavati dagli sms solidali e dalla raccolta fondi confluita nei vari conti correnti destinati alle popolazioni alluvionate del messinese? La situazione appare ancora in stallo e si attende un’ordinanza della Protezione Civile che ne determini l’erogazione e la finalità da perseguire per lo stanziamento di questi soldi. A tutt’oggi questi soldi sono nel fondo unico della Protezione Civile e la risposta che i Comuni colpiti stanno ricevendo è della serie “attendere prego”.
Intanto, la strada è tortuosa e presenta uno scenario piuttosto difficile: su quale base occorrerà programmare il pagamento delle ditte che si sono impegnate col Comune per la messa in sicurezza? E gli albergatori che si sono offerti di accogliere gli sfollati? Tutto fa pensare che questi soldi dovranno quantomeno servire a coprire le numerosissime spese circoscritte a questi aspetti e le ipotesi sono di certo molteplici ma se non altro dipanabili.
Gli sfollati attendono una risposta dalle istituzioni e soprattutto serve capire come farli ritornare nelle loro case. Dare ossigeno alla speranza sta diventando un’ossessione. Nell’ordinanza della Protezione Civile dovrebbero essere presenti anche le modalità di sostegno (affitti e sussidi) alle famiglie che ancora non hanno ricevuto l’agibilità della propria casa. Nel trantran delle richieste (legittime) c’è anche da ottemperare alle spese sostenute dagli albergatori, anche se alcune voci sono state in poca parte coperte dal comune.
Le ipotesi percorribili sono sostanzialmente due: la prima riguarderebbe il diretto intervento della Protezione Civile nel quadro del sostegno alle famiglie, e la seconda, invece, convoglierebbe nell’individuazione degli alloggi da parte del Comune, in attesa dell’intervento della Protezione Civile nel risarcimento delle spese sostenute.